martedì 26 gennaio 2010

TRAVAGLIO


"Abbiamo cominciato che c’era ancora al governo Prodi. In questi due anni e mezzo di repliche, la durata dello spettacolo si è via via allungata: sa, l’attualità regala sempre nuove vergogne...". Marco Travaglio arriva domani sera a Trieste (Teatro Bobbio, ore 20.30, repliche il 26 e 27 gennaio, mentre martedì, alle 18, alla Libreria Minerva di via san Nicolò 20 incontrerà i lettori per parlare di libertà d'informazione) con il suo ”Promemoria”, sull’onda di un successo crescente. Poche sere fa ha festeggiato al Teatro Olimpico di Roma la centesima replica di questo spettacolo nel quale - spiega il sottotitolo - racconta ”15 anni di storia d’Italia ai confini della realtà”. E dal quale è stato tratto anche un libro-dvd.

Il giornalista torinese racconta in scena - con le musiche di Valentino Corvino e Fabrizio Puglisi, la regia è di Ruggero Cara - le vicende di casa nostra attraverso lo scandalo di Tangentopoli e la stagione stragista della mafia. Interpreta e spiega l’ascesa di Berlusconi, strappa sorrisi amari di fronte a vicende che sarebbero incredibili se non fossero ben documentate. E non dimentica mai di puntare il dito anche sulla pochezza del centrosinistra, secondo lui «il vero artefice del successo di Berlusconi».

Travaglio, cominciamo da qui: dall’opposizione...

Volentieri. Sono convinto che il nostro vero problema è un centrosinistra che non è mai all’altezza. Non esisterebbe Berlusconi, o almeno non avrebbe il consenso che ha, se i suoi avversari non fossero così malridotti. Non ne azzeccano una. Pensi al governo Prodi, guardi cosa stanno combinando in Puglia.

Montanelli cosa direbbe?

Lui aveva già detto tutto, notando che l’Italia non cambia mai. E aveva ragione anche quando, intervistato da Enzo Biagi, diceva che il Cavaliere è come una malattia: per liberarsene occorre provarlo, a mo’ di un vaccino.

Ma la prova non sembra esser bastata.

E qui entrano in ballo le responsabilità del centrosinistra. Ormai la gente ha capito che il signorotto di Arcore non sa governare, fa solo annunci e smentite. Ma la maggior parte degli elettori continua a votarlo perché pensa che gli altri siano peggio. Insomma, il vaccino funzionerebbe, se dall’altra parte invece della cura non ci fosse l’antidoto.

Il suo spettacolo?

È la storia della cosiddetta seconda repubblica, che in realtà non è mai nata perché affollata da troppi travestiti provenienti dalla prima. Lo stesso premier si è proposto come il nuovo che avanza e invece è il vecchio che non molla, ha solo cambiato abito. Sì, Berlusconi è il moderno Gattopardo.

Tutto come prima, allora?

No, una cosa è cambiata: il costo della corruzione. Prima era una ”tassa” da diecimila miliardi di lire, ora è salita a cinquanta miliardi di euro. Dieci volte tanto. Non è propaganda, è un calcolo della Banca Mondiale.

Non le chiedo di Craxi.

Meglio. La cosa più scandalosa è che se lo santificano figli e famigli, è comprensibile. Ma se tre ministri vanno ad Hammamet per il decennale della morte, un presidente del Senato ne parla come di ”vittima sacrificale” e persino Napolitano scrive alla vedova quel che ha scritto, beh, allora siamo proprio alla frutta. Secondo lei dunque non ci fu accanimento?

Ma quale accanimento. Se per il leader socialista ci fu ”durezza senza eguali”, come ha sostenuto il Presidente della Repubblica, fu solo perché lui ”rubava senza eguali”. Le sentenze dimostrano che lui era l’unico, fra i segretari di partito, a centralizzare anche le tangenti. Sì, aveva il segretario amministrativo Balsamo, ma incassava anche di persona. E tanto.

Ma il suo ”tesoro” è svanito.

Non tutto. Craxi aveva diversi, diciamo così, ”sistemi finanziari”. Quello in Estremo Oriente in effetti non è stato mai trovato. Ma il percorso dei soldi in Svizzera è stato ricostruito, dopo che Maurizio Raggio svuotò i conti e partì per il Messico....

Le stragi mafiose?

Rimango convinto, Spatuzza o no, che furono fatte per favorire la discesa in campo di Berlusconi. Se lui fosse d’accordo o se vennero fatte a sua insaputa, questo ovviamente non lo so. So per certo che le origini dei soldi, dei tanti soldi, che permisero alla Fininvest di diventare una potenza hanno nomi e cognomi. Ci ho scritto un libro, ”L’odore dei soldi”, che ricostruisce il percorso di centinaia e centinaia di miliardi di lire.

Il pubblico a teatro come reagisce?

All’inizio è incredulo davanti al racconto documentato di cose gravissime avvenute sotto i nostri occhi. Poi, alla fine, spesso ci ringrazia per averle raccontate.

I politici invece non la amano...

Me ne son fatto una ragione. Anche ad ”Annozero”, che comunque rispetto ad altri programmi non è costruito attorno ai politici. Che in studio ci sono, ma non sono l’elemento predominante, rappresentato invece dalle inchieste. Siamo l’unico Paese al mondo dove i politici stanno sempre in televisione, pur non avendo mai nulla da dire.

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