giovedì 30 settembre 2010

RENATO ZERO 60
Per i sessant’anni che compie domani, Renato Fiacchini in arte Zero si regala - e regala al suo pubblico - ben otto concerti nella sua Roma. Da stasera fino al 9 ottobre, a piazza di Siena, l’ex ”re dei sorcini” (così chiamava tanti anni fa i suoi fan...) fa festa quasi ogni sera con lo spettacolo che ha voluto intitolare ”Sei Zero” perchè sei, inizialmente, dovevano essere le serate.
A festeggiarlo, oltre al suo pubblico di ieri e di oggi, arriveranno fra gli altri Andrea Bocelli, Raffaella Carrà, Cecilia Gasdia e Carla Fracci con la scuola di ballo del Teatro dell'Opera di Roma. Novantamila i biglietti già venduti per una platea che ospiterà dodicimila spettatori per sera.
A voler guardare il suo percorso personale e artistico, dagli esordi negli anni Sessanta a oggi, anche questo ”festeggiamento monstre” può essere considerato il completamento di un processo di ”normalizzazione” dell’artista romano, figlio di un poliziotto e di un’infermiera, cresciuto nel popolarissimo quartiere della Montagnola.
Partito come una sorta di un David Bowie ”de noantri”, entrato molti anni dopo nell’immaginario collettivo alla stregua di un Claudio Villa rivisto e corretto da qualche decennio di cultura pop, Renato comincia a cantare da bambino. Nel ’66, appena sedicenne, in pieno beat italiano, viene notato al Piper dal coreografo Don Lurio che lo porta in tv (assieme alla coetanea Loredana Bertè), nel gruppo di ballo di Rita Pavone ”Collettoni”.
Seguono la ”Bandiera gialla” radiofonica di Arbore e Boncompagni, le comparsate nei Caroselli televisivi, i primi dischi (”Non basta sai” è del ’67), una particina nel ”Satyricon” di Fellini (’70), l'edizione italiana del musical ”Hair”, la rock-opera di Tito Schipa jr. ”Orfeo 9”.
Il primo album come cantautore, ”No mamma no”, è del ’73. E la ”maschera Renato Zero” diventa protagonista della canzone italiana. Cipria, cerone, mascara, travestimenti e imbellettamenti vari servono all’artista per comunicare già con l’immagine, prim’ancora che con parole e musica. Per parlare a schiere di ”sorcini” di disagio, di emarginazione, di omosessualità, di droga, di tabù vecchi e nuovi.
Una volta, tanti anni fa, della sua maschera disse: «Non è assolutamente un fatto scenico. Ora sono completamente senza trucco, ma nulla vieta che tra un po' vada a casa e mi trucchi per poi andare a prendere un gelato. Mi si può dire che è puro infantilismo, io rispondo che è una dimensione di vita tutt'altro che lontana dalla realtà. Fuga? Mai. Schizofrenia? Neanche. Ridicolizzare le frustrazioni e le paranoie: questo sì».
Da stasera, a Roma, riproporrà dal vivo le sue canzoni più belle, con cui ha scandalizzato ma anche fatto sognare gli italiani: da ”Triangolo” a ”Il carrozzone”, da ”Cercami” a ”Mi vendo”, da ”Ancora qui” a ”Il cielo”, da ”Amico” a ”I migliori anni della nostra vita”, fino ai brani dell’ultimo album ”Presente”, trecentomila copie vendute, alle quali vanno aggiunte quelle del successivo dvd ”Presente Zeronovetour”.
Forse fra i tanti amici che andranno a trovarlo sul palco in queste sere romane ci sarà anche Loredana Bertè. Come si diceva, si conoscono da quand’erano ragazzi. Hanno cominciato assieme e assieme hanno ottenuto il successo. Hanno litigato mille volte. Ma quella volta che lei, anni fa, si era chiusa in una stanza d’albergo minacciando il suicidio, quelli che sono andati a prenderla e a riportarla a casa sono stati la sorella Leda e lui, l’amico di una vita.
Il cantante romano è stato forse più abile nell’amministrare se stesso e il successo, l’interprete calabrese ha pagato maggiormente la fragilità del proprio carattere. Ha compiuto sessant’anni anche lei, pochi giorni fa. Ma, a differenza del festeggiamento in pubblico di Renato Zero, lei ha dichiarato a un giornale che il giorno del suo compleanno si è chiusa in casa. Per non sentire né vedere nessuno.

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