domenica 5 febbraio 2012

25 ANNI FA MORIVA CLAUDIO VILLA

Sabato 7 febbraio 1987, serata finale del 37º Festival di Sanremo, quello vinto dal trio Morandi Ruggeri Tozzi con “Si può dare di più”. Pippo Baudo interrompe la kermesse, il suo volto è contratto, la voce traballa. «Purtroppo devo dare una brutta notizia. E mi sembra doveroso interrompere per un momento questo spettacolo che è fatto di festa, di gioia e di canzoni per rivolgere l'ultimo applauso a Claudio Villa...!».
La notizia della scomparsa del Reuccio della canzone italiana, ricoverato all’ospedale di Padova per una pancreatite, arrivò così nelle case degli italiani. Tutto il pubblico del Teatro Ariston si alzò in piedi, per una volta l’emozione fu autentica, a molti sembrò quasi un segno del destino che l’annuncio della scomparsa venisse fatto proprio lì, a Sanremo, in quel Festival della canzone che lo aveva visto tante volte competere e quattro volte vincere: nel 1955 con “Buongiorno tristezza”, nel ’57 con “Corde della mia chitarra”, nel 1962 con “Addio... addio” e nel ’67 con “Non pensare a me”.
Ma Villa non è stato solo Sanremo. Nato a Roma il primo gennaio 1926, vero nome Claudio Pica, trasteverino di via della Lungara (dove c’è il carcere di Regina Coeli), padre vetturino e mamma casalinga. La voce profonda e potente diventa subito il suo strumento di riscatto sociale. Debutta alla radio nel ’46, dopo vari concorsi canori. Nel dopoguerra è protagonista sulle frequenze radiofoniche. Quando arriva la tivù, si fa trovare pronto. La sua popolarità cresce in maniera esponenziale, in Italia e all’estero. Canta “Granada”, “Binario”, “Il torrente”...
Iscritto al Pci, diventa protagonista anche al cinema: tra i suoi film “C'è un sentiero nel cielo” e “Primo applauso” del 1957, “Fontana di Trevi” del ’60. Viene soprannominato “Il reuccio” per il temperamento fiero e orgoglioso, durante una puntata dello spettacolo tv “Rosso e nero” di Corrado. Storiche le sue sfide nelle “Canzonissime” televisive con Gianni Morandi.
Per i venticinque anni dalla scomparsa, tante iniziative per ricordare il Reuccio. Una al Museo della canzone di Vallecrosia (in provincia di Imperia) viene inaugurata oggi una mostra di fotografie, dischi, musicassette, copertine, articoli di riviste e giornali d’epoca, manifesti e locandine dei film. E poi spartiti delle sue canzoni, un portadischi autografato, una giacca di scena e il contratto del 1958 con il Festival di Sanremo. Quello in cui Villa portò a casa “soltanto” il quarto, il quinto e il settimo posto (allora ogni cantante poteva partecipare con più canzoni), perchè per la vittoria non c’era stata partita: era andata a “Nel blu dipinto di blu”, di Domenico Modugno.
Sulla sua tomba c’è scritto: «Vita sei bella, morte fai schifo».

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