Nel Friuli Venezia Giulia due redazioni, ma tutto sommato anche due comunità di lettori, aspettano ormai da mesi di sapere e capire che ne sarà dei loro giornali. Messaggero Veneto e Piccolo stanno infatti per passare per l’ennesima volta di mano, stavolta da Gedi (ex Finegil, Gruppo Espresso Repubblica) a Nord Est Multimedia, la società creata da Edoardo Marchi, capofila di un gruppo di famiglie imprenditoriali soprattutto del Veneto ma in (piccola) parte anche del Friuli Venezia Giulia, proprio al fine di acquisire i sei quotidiani delle due regioni del Nordest: Mattino di Padova, Tribuna di Treviso, Nuova Venezia, Corriere delle Alpi e appunto Messaggero Veneto e Piccolo, con l’aggiunta della testata online Nordest Economia e ovviamente delle annesse attività digitali e di marketing. L’intero progetto editoriale si propone infatti sul mercato come “un’impresa multimediale”. Comprensibile e doveroso, viste le tirature (e le vendite) del cartaceo, da anni in caduta libera. Secondo le anticipazioni raccolte a Cernobbio da Primaonline, sarebbe già stato identificato il “megadirettore” di tutte le testate nella persona di Luca Ubaldeschi, un passato come vicedirettore vicario alla Stampa, attualmente direttore del Secolo XIX di Genova, che il 19 agosto scorso, dopo alcune anticipazioni di ItaliaOggi, aveva dichiarato al Comitato di redazione del suo giornale di non aver ricevuto “alcuna proposta” dalla società di Marchi. Identificato anche l’amministratore delegato: Giuseppe Cerbone, già all’Ansa e al Gruppo Sole 24 Ore. Sotto Ubaldeschi, i responsabili delle varie testate, non è ancora chiaro se con il ruolo di condirettori o vicedirettori. Per quanto riguarda le nostre testate regionali, l’attuale direttore del Messaggero Veneto, Paolo Mosanghini, sarebbe stato già confermato, allargando la propria responsabilità al quotidiano triestino, sulle orme dunque del compianto Omar Monestier, che nell’ultima parte della sua vita era stato direttore di entrambi. Nulla si sa invece sul futuro ruolo di Roberta Giani, attuale direttrice del Piccolo. A Genova, al posto di Ubaldeschi, o con qualche ruolo da definire di nuovo a Repubblica, dove peraltro aveva lavorato al politico prima di dirigere i giornali di Modena e della sua città natale? Curiosità e anche una certa preoccupazione, invece, su quelle che, nell’anticipazione dì Primaonline, vengono chiamate “redazioni verticali specializzate” (economia, sport, cultura, spettacoli, cultura, web…), che “lavoreranno in modo trasversale e sinergico tra la direzione centrale e le redazioni locali”. Sinergie e pagine comuni a tutta forza, dunque. E se i quattro quotidiani veneti hanno alle spalle tutta una storia di pagine comuni, altrettanto non si può dire dei nostri giornali regionali, che solo da pochi anni si sono dovuti piegare alla logica “risparmiosa” delle sinergie. Vedremo dunque, speriamo presto, come l’ambizioso progetto di Marchi e della sua squadra (nella quale gioca un ruolo di primo piano Paolo Possamai, già direttore del Piccolo) passerà dalle parole ai fatti. Da parte nostra, grande attenzione ovviamente alla difesa dei livelli occupazionali, già martoriati da risparmi, tagli e prepensionamenti vari. Ma attenzione anche alla storia dei nostri due giornali regionali, che sono realizzati da due redazioni di prim’ordine e hanno alle spalle due comunità di lettori. Donne e uomini che vogliono ancora trovare in edicola (o sul web) prodotti giornalistici degni di questo nome, possibilmente di qualità, magari non omogeneizzati. Sintonizzati sul presente, ma con le radici ben piantate nella propria storia.
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