sabato 21 luglio 2007

TRIESTE Simone Cristicchi arriva oggi per la prima volta a Trieste. Nella città della rivoluzione basagliana, nella città di quei «matti» che lui ha saputo cantare con leggerezza e sensibilità all’ultimo Sanremo, vinto con «Ti regalerò una rosa». Romano, classe ’77, impostosi due anni fa col tormentone «Vorrei cantare come Biagio» e poi secondo a Sanremo Giovani nel 2006, Cristicchi è oggi uno dei nomi nuovi della miglior musica italiana. «Centro di igiene mentale» è il titolo, oltre che dello spettacolo che porta in giro, anche del libro: sottotitolo «Un cantastorie tra i matti».

«Libro e spettacolo - spiega - prendono spunto dall’esperienza che ho fatto, prima come obiettore di coscienza e poi come volontario, in un centro di igiene mentale a Roma. Racconto impressioni, spunti di riflessione nati da quell’esperienza. Personaggi a volte buffi, a volte strampalati, ma sempre ricchi di umanità, che riuscivano a trasmettere nonostante la sofferenza e la malattia».

«È stata un’esperienza che mi ha segnato, da cui ho imparato molto. Tanti di loro erano come bambini. Mi raccontavano le loro storie, la loro vita, spesso caratterizzata dall’emarginazione, ma lo facevano con leggerezza. Mi piace pensare che nello spettacolo me li porto in giro, anche con le lettere che ho ritrovato al manicomio di Volterra, pubblicate nel libro».

«A che mi ispiro? A Giorgio Gaber - ammette Simone Cristicchi, che oggi pomeriggio farà visita all’ex manicomio di San Giovanni, ricevuto da Peppe Dell’Acqua -, al suo teatro canzone, con tutta l’umiltà possibile. Nei monologhi che si alternano alle canzoni dello spettacolo parlo di tutto, sempre con ironia, mettendo in luce il lato scanzonato delle cose...».

Ca.m.

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