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martedì 6 febbraio 2018
LA MUSICA ITALIANA BRILLA, SANREMO NO... / su Fegiz Files
Leggo su Fegiz Files che secondo qualcuno è tutta la musica italiana, non soltanto il Festival di Sanremo, a “non interessare più”. Sarebbero gli artisti italiani a essersi seduti, visto che stiamo ancora a parlare di Modugno e Celentano, a ricordare Tenco, Endrigo, Rino Gaetano... Mi permetto di non concordare. Mai come negli ultimissimi anni, infatti, la scena italiana sta dando segni di risveglio e vitalità, brilla di nuove facce e idee. Non accadeva dalla stagione d’oro dei grandi cantautori e del pop italiano. Qualche esempio? Baustelle e Vasco Brondi, Coez e Cosmo, Calcutta e Mannarino. Ancora: Motta, I Cani, TheGiornalisti, Brunori Sas, Levante, Lo Stato Sociale (che Baglioni ha voluto anche a Sanremo...), Ghali e tutta la banda dei rapper, in anni meno recenti Carmen Consoli e Cristina Donà, persino i Maneskin appena usciti dal solito talent show, giovanissimi ma all’apparenza ben attrezzati. Potremmo continuare.
Dunque il problema - ripeto - non è la musica italiana, che offre oasi di qualità e persino originalità a chi ha tempo e voglia di andarle a cercare. È il carrozzone Sanremo, il megashow televisivo che serve a Raiuno per raccogliere pubblicità e promuovere i propri programmi, a non funzionare più da tempo. Nonostante l’attenzione dei media. Nonostante gli ascolti. E nonostante la buona volontà di Baglioni.
Carlo Muscatello
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