venerdì 16 gennaio 2004

MONI OVADIA, MITTELFEST

C’è di nuovo un Orient Express, nella vita di Moni Ovadia. Il primo fu quello che nel ’49 lo portò in Italia - passando fra l’altro da Trieste, stazione oggi malinconicamente dismessa di Campo Marzio - dalla natia Plovdiv, Bulgaria, dov’è nato nel ’46. Oggi, da neo direttore artistico del Mittelfest, l’attore e regista sceglie di nuovo il leggendario treno per permettere alla manifestazione di sfondare e radicarsi anche nei paesi del Centro-Est europeo.
«Con il presidente Paolo Maurensig - spiega Ovadia - abbiamo pensato a questo treno che nei giorni del festival va e viene da Cividale verso le terre della Mitteleuropa. Portando passeggeri, spettatori, addetti ai lavori. Diventando sede di piccoli eventi di teatro, letteratura, poesia, musica».
Oggi che l’Europa si allarga, esiste ancora un teatro mitteleuropeo?
«La funzione di un festival come il Mittelfest è proprio quella di pensare un’unione diversa. Unione e uguaglianza si fanno nel rispetto delle specificità, della pari dignità dei soggetti che si uniscono. Altrimenti è soggezione, subordinazione».
Il gusto occidentale non ha già «contaminato» il teatro dell’Est?
«Direi di no. Quando vediamo certi artisti della scena polacca, o un grandissimo come Nekrosius, che viene dalla Lituania, beh, non possiamo non riconoscerne la fibra, le capacità, l’originalità. Nel teatro esiste, è sempre esistita una cultura mitteleuropea. Ora c’è un futuro da costruire, sfruttando la ricchezza di quest’ultima all’interno di una più ampia e unitaria cultura europea».
Pericoli in agguato?
«L’unione, se democratica e rispettosa delle specificità, rifiuta due estremi che si toccano: l’omologazione ma anche l’isteria localistica. Le varie voci dell’Europa si devono incontrare, scambiare, rispettare, facendo germinare nuovi cammini identitari».
A teatro ciò che cosa significa?
«Per esempio il formarsi di compagnie con attori di diverse provenienze nazionali, facendo incontrare le diversità, nel teatro ma anche nel cinema, nella musica, nella letteratura. Bisogna opporsi all’imperialismo della cultura anglosassone, sapendo salvaguardarne la parte buona ma senza viverla in maniera passiva».
Le lingue minoritarie?
«I teatranti italiani più famosi del mondo sono il napoletano Eduardo De Filippo, il veneziano Goldoni e Dario Fo con il suo grammelot lombardoveneto. Il Friuli ha una grande ricchezza, la sua lingua, che noi vogliamo continuare a valorizzare. Ho chiesto per esempio a Fabio Vacchi, grande compositore e musicologo, di lavorare sul Cantico dei Cantici in friulano».
Sarà un Mittelfest più popolare?
«La mia ambizione è coniugare qualità e respiro popolare. Sono convinto che le due cose non siano in contraddizione. Questo vecchio mito secondo il quale le cose di qualità debbano essere necessariamente d’élite non regge. Bisogna avere fiducia nel pubblico e sollecitarlo, senza ovviamente essere corrivi ai gusti bassi».
Festival multidisciplinare?
«Sempre. Musica e teatro per parlare del tempo, il tempo che scorre, che ci viene rapinato. Dimostreremo che anche i tempi brevi possono essere tempi alti e non solo commerciali».
Nomi?
«Uno spettacolo di Pressburger, a dimostrazione del fatto che il passaggio delle consegne è nel segno della continuità e di una grandissima stima nei suoi confronti. Tre operine di Darius Milhaud. Una piccola cosa mia. E tanti nomi di cui dobbiamo ancora verificare la disponibilità».
Ce ne faccia uno.
«Soeur Marie Keyrouz, questa straordinaria suora libanese che rappresenta a mio avviso il più grande fenomeno di vocalità liturgica».
Con Maurensig?
«Scrittore di grandissima qualità, che punta al rilancio del festival come ponte di legame culturale e politico. C’è sintonia di intenti».
Si rafforza il legame di Moni Ovadia con queste terre...
«Io qui mi sento a casa, sono sempre stato accolto bene, prima che in altre parti d’Italia. Forse quella prima tappa a Trieste dell’Orient Express, nel ’49, era un segnale...».

1 commento:

  1. Ciao, buon finesettimana anzitutto. Volevo segnalarti il sondaggio sul cinema che sto tenendo sul mio blog.Mi piacerebbe che partecipassi! Passa a trovarmi se ti va! Vale

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