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domenica 23 settembre 2012
RADIOHEAD merc a villa manin, passariano (udine)
Arrivano finalmente i Radiohead. Con tre mesi di ritardo sulle previsioni di inizio estate, mercoledì alle 21.30 la band sarà infatti a Villa Manin di Passariano, dopo i concerti di Roma (sabato, alle Capannelle), Firenze (ieri) e Bologna (domani). Recuperando così le date del tour interrotto a luglio, dopo l’incidente nel quale il tecnico Scott Johnson (cui in questi concerti viene dedicata “Reckoner”, dall’album “In rainbows”) rimase ucciso nel crollo del palco prima del concerto della band inglese a Toronto.
Proprio l’altra sera a Roma, davanti a 25mila persone, i Radiohead - che mancavano dall’Italia dal 2008 - hanno aperto con “Lotus flower” e poi hanno dedicato un brano a Berlusconi. Presentando “The Daily Mail”, il cantante e leader Thom Yorke ha infatti detto “This is for Berlusconi...”. Prima di attaccare con la canzone che fa riferimento allo scandalo inglese delle intercettazioni illegali e al cinismo dei tabloid: “Sei veloce a perdere, perderai. Hai saltato la coda, sei tornato di nuovo, presidente a vita».
Presidenti a parte, il nuovo show propone - sullo sfondo di una scenografia in continuo movimento, con dodici schermi mobili rotanti e un muro luminoso composto da bottiglie di plastica riciclata (l’ambiente è un tema caro al gruppo) - il consueto rock elettronico, visionario e contaminato, innervato di venature malinconiche, della band di Oxford. Quello che ha fatto, lungo vent’anni di carriera e otto album, trenta milioni di dischi venduti e tre Grammy, la fortuna di Yorke e soci: Jonny Greenwood alla chitarra, Ed O’Brien alla chitarra ritmica, Colin Greenwood al basso, Phil Selway e il nuovo Clive Deamer alle batterie.
Ma come sanno i fan, il rock elettronico all’inizio non è il marchio di fabbrica del gruppo. Nel ’93, l’album d’esordio “Pablo honey” è ben accolto negli States ma passa quasi inosservato in Inghilterra. Dove il successo arriva solo nel ’95 con “The Bends”. Per decollare con “Ok computer” (’97), dedicato al tema dell’alienazione.
Se fino a quel punto il terreno di coltura è il rock, con i successivi dischi (“Kid A” nel 2000 e “Amnesiac” nel 2001), lo stile sterza verso l’elettronica, con qualche influenza persino jazz e classico-contemporanea. “Hail to the thief” (2003) tenta una sintesi in chiave rock delle varie influenze. Operazione completata dai più recenti “In rainbows” (2007, dopo quattro anni di assenza dalle scene) e “The king of limbs” (febbraio 2011).
I brani dell’ultimo album sono ovviamente presenti, con i classici dei dischi precedenti, nella scaletta di questo tour, che comunque cambia quasi ogni sera. Delle cose vecchie, quasi a sottolineare il cambiamento stilistico avvenuto, di solito vengono eseguiti soltanto “Paranoid android” e “Exit music” (da “Ok computer”).
A Villa Manin attese oltre diecimila persone (poche centinaia di biglietti ancora disponibili). Come nelle altre tappe del tour, che si conclude il 17 novembre in Australia, lo show sarà aperto dalle sonorità indie di Caribou, pseudonimo del dj e compositore canadese Daniel Victor Snaith, già noto ai fan dei Radiohead per il remix di “Little by little”, che si presenta dal vivo con una band di quattro musicisti.
Info www.vivoconcerti.com e www.azalea.it
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