venerdì 26 ottobre 2012

DISCHI / TRIPLO DELLA PFM, nuovo Joss Stone

Sono passati quarant’anni. La Pfm era ancora la Premiata Forneria Marconi (poi rimase solo l’acronimo), formata all’epoca da Franco Mussida, Franz Di Cioccio, Flavio Premoli, Giorgio “Fico” Piazza (che arrivavano dai Quelli) e da Mauro Pagani. Nel ’72 debuttano con “Storia di un minuto”, album che era stato anticipato alla fine dell’anno precedente dal singolo con “Impressioni di settembre” (testo di Mogol) e “La carrozza di Hans”. E al quale segue, alla fine dello stesso anno, l’album “Per un amico”. In quarant’anni il gruppo ha scritto la storia del pop-rock italiano, attraverso dischi e tournèe, in Italia e all’estero. Attraverso cambi di formazione: al posto del quintetto originario oggi c’è un trio, formato dai “superstiti” Mussida (chitarre) e Di Ciccio (batteria) e da Patrick Djivas, subentrato nel ’73 al bassista Piazza. Ma senza mai abbandonare l’amore per la musica, un’onestà intellettuale di fondo e il massimo rispetto nei confronti del pubblico. Al pubblico di ieri e di oggi è rivolto questo triplo cd “Celebration 1972-2012” (Sony Music, che propone anche una versione in triplo vinile), corredato da un libretto di sessanta pagine con storia della band e immagini d’epoca, che è il monumento alla carriera di un gruppo che ha contribuito a cambiare la storia della musica italiana. I primi due cd sono dedicati agli album “Storia di un minuto” e “Per un amico”, pubblicati entrambi del ’72 e rimasterizzati per l’occasione. «Quando abbiamo cominciato - dice oggi Di Cioccio - ci eravamo ripromessi di fare qualcosa di diverso da quello che si ascoltava all’epoca in Italia, penso che nessuno abbia mai pubblicato nello stesso anno due album così importanti per la storia di una band». «E due dischi nello stesso anno erano un gesto forte per afferrare il futuro nel 1972. È bello che il tempo oggi restituisca intatta la nostra curiosità artistica di allora trasformata in energia sui palchi di tutto il mondo». Nel terzo cd ci sono invece alcune rare versioni di successi del gruppo, suonati dal vivo e registrati dal gruppo nel corso della lunga carriera. «La nostra storia è quella di una fratellanza musicale - ricorda Mussida -, abbiamo sempre lavorato da “pirati”, senza mai pensare alla carriera in termini di denaro o del solo apparire». E chissà che Mauro Pagani, chiamato da Fabio Fazio alla direzione artistica del prossimo Sanremo, non si ricordi dei vecchi compagni d’avventura e magari li inviti come ospiti di una delle serate. Da segnalare che il quarantennale della Pfm è celebrato anche in un libro, “Storia di un minuto. Il primo disco di Pfm”, di Antonio Oleari e Renzo Stefanel, pubblicato da Aereostella nella collana “Libri a 33 giri”.   . JOSS STONE “The soul sessions vol.2” (Warner) Aveva sedici anni e una voce nera (lei, inglesina dalla pelle chiara...) da lasciare a bocca aperta, quando nel 2003 debuttò con “The soul sessions”. Un disco nel quale Joss Stone rilesse classici del soul risalenti prevalentemente agli anni Settanta. Nove anni e quattro dischi dopo, la venticinquenne interprete ripete l'esperimento del debutto con questo “volume 2”, registrato in due sessioni tra New York e Nashville. Dentro, undici cover ancora figlie degli anni Settanta. Da “(For God’s sake) give more power to the people” dei Chi-Lites a “I don’t want to be with nobody but you” di Eddie Floyd, da “Teardrops” dei Womack & Womack (pezzo dell’88) a “Pillow talk” di Sylvia. E ancora il classico “Then you can tell me goodbye”, “While you’re out looking for sugar” (cover del brano inciso nel ’69 dalle Honey Cone), “The love we had” dei Dells, “The high road” dei Broken Bells. Voce e tecnica interpretativa rimangono quelle che ci avevano lasciato a bocca aperta. Il problema rimane quello di un repertorio originale.

Nessun commento:

Posta un commento