sabato 30 novembre 2013

CRISTICCHI, MAGAZZINO 18 DIVENTA DISCO e LIBRO

Un libro e adesso anche un disco. L’onda lunga del grande successo di “Magazzino 18”, lo spettacolo di Simone Cristicchi che ha debuttato al Politeama Rossetti un mese e mezzo fa e che ora sta girando per l’Italia, non accenna a finire e produce nuovi frutti. «Sì, l’album dovrebbe uscire a metà dicembre, a cura dello Stabile regionale - conferma il cantautore romano -, e comprenderà alcuni monologhi e tutte le canzoni dello spettacolo. Sarà corredato da un libretto fotografico e ovviamente dal testo dello spettacolo». «Dopo Trieste - prosegue Cristicchi - finora siamo stati a Tolmezzo, a Cuneo, a Torino. Le prossime date sono il 3 e 4 dicembre al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, già esaurito per entrambe le serate in prevendita». Ancora l’artista: «Siamo felici del fatto che dappertutto stiamo ricevendo un’ottima accoglienza. Al Rossetti, nonostante le note polemiche della vigilia, poteva essere una cosa scontata. In altre città molto meno». «Fra l’altro ci tengo a sottolineare, con il senno di poi, che il teatro a Trieste non era pieno solo di esuli e figli di esuli. C’era tanta gente comune. E le richieste di biglietti sono state tali che si sta pensando di fare una ripresa la prossima stagione...». Come detto, intanto lo spettacolo gira l’Italia. E se a Trieste le musiche erano suonate dal vivo dall’orchestra, nelle repliche Cristicchi utilizza le basi registrate proprio al Rossetti da Fulvio Zafret dell’Urban Recording Studio della Casa della Musica. Dove sono poi state completate le parti vocali, musicali e narrative, che ritroveremo nel disco. «A marzo al Teatro Verdi di Gorizia e poi nelle tappe in Istria - sottolinea l’artista - vorremmo però tornare all’orchestra che suona dal vivo. E il mio grande sogno è l’Arena di Pola, l’estate prossima...». Intanto, il 4 dicembre esce per Mondadori il libro “Magazzino 18”, per la collana Arcobaleno. La stessa nella quale sono già stati pubblicati gli altri due volumi firmati dall’artista romano: “Centro di igiene mentale. Un cantastorie tra i matti” e “Mio nonno è morto in guerra”. Il libro racconta le vicende dell’esodo così come Cristicchi le ha messe in scena. Voce narrante ancora quella dell’archivista Persichetti, spedito dal ministero da Roma al porto vecchio di Trieste per fare l’inventario degli oggetti e dei mobili abbandonati tanti anni fa dagli esuli nel Magazzino 18. Dove si imbatte dello “spirito delle masserizie” e scopre lui stesso - romanaccio un po’ ignorante ma sensibile e sveglio - le vicende del tormentato Novecento giuliano, dall’avvento del fascismo con le sue violenze ai campi di internamento italiani. Fino all’8 settembre e a tutto quel che accadde dopo: l’invasione jugoslava della città, le foibe, l’esodo, la vita nei campi profughi, la strage di Vergarolla, le vicende dei “rimasti” e di quelli che partirono, accolti in alcune stazioni italiane al grido di “fascisti, fascisti” (“e invece eravamo solo italiani...”). «Fra l’altro - conclude Simone Cristicchi, ormai triestino quasi d’adozione -, sull’onda di questo spettacolo stanno accadendo cose strane, inaspettate. Per esempio un recente incontro, a Padova, fra la sezione locale dell’Anpi e l’associazione degli esuli istriani e dalmati. I figli e i nipoti di quanti sessant’anni fa stavano su sponde contrapposte, insomma, cominciano finalmente a parlarsi. Mi sembra una cosa buona».

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