É la nuova voce del Senegal. Ha lavorato con Youssou N’Dour, che lo ha aiutato a farsi conoscere fuori dall’Africa. Stasera alle 21, al Castello di San Giusto, tiene il suo primo, per ora unico, concerto in Italia. «Con Youssou - spiega Carlou D, nato a Dakar, classe ’79 - ho scritto “Goree”, ispirata alle sofferenze degli schiavi che venivano deportati con le navi negriere. Lui è un grande professionista che vuole sostenere i giovani artisti. Ed è un pioniere della nuova onda musicale senegalese».
La musica del Senegal?
«La “mbalax” (ritmi tradizionali e suoni più moderni - ndr) è il genere più popolare. Ma i “mbalax men” a volte sono privi di preparazione. I pochi che si avventurano su percorsi differenti non trovano seguito in quanto la maggioranza dei senegalesi tende ad associare la buona musica con la “mbalax”».
La musica popolare?
«É la più ascoltata e seguita. Anche se i più giovani sono versatili nelle scelte musicali, che variano a seconda del momento. In un evento legato alle tradizioni popolari, i giovani ascoltano e partecipano ai ritmi della “mbalax”, ma se vanno a un concerto preferiscono la musica moderna e in discoteca vogliono l’hip hop».
La sua storia?
«Ho sempre avuto una predilezione per la musica e la sensazione che sarebbe stata il mio destino. Prima con il ritmo attraverso la danza, indirizzata al rap e all’hip hop. Poi ho cominciato a suonare la chitarra, a comporre, in un momento in cui la musica moderna non era molto popolare».
Cosa vuol far conoscere del Senegal e dell’Africa?
«Abbiamo un grande patrimonio culturale, c’è tanto da vedere e scoprire. Venite in Africa a vedere con i vostri occhi la bellezza della mia terra. E la musica senegalese è, fra le altre cose, un dono prezioso».
Qual è la situazione dei diritti civili?
«Domanda difficile. Il diritto alla libertà di parola ed espressione sono acquisiti senza limitazioni. Ma il rapporto fra governo e popolo è complesso. E i media non sono affidabili per mancanza di obiettività».
L’Italia?
«É un Paese che, per la sua storia, conosce l’importanza dell’immigrazione ed è uno dei più tolleranti e accoglienti. Lo dimostra la quantità di stranieri che vivono qui».
Stasera a Trieste Caorlou D presenta brani dai suoi album “Seedè”, “Weeru Waay”, “Ndeye Dior” e dai recenti “Muzikr” e “Audiovisa”. Con lui Sekou Kantè alla chitarra elettrica, Seyni Diop al basso, Dudu Sarr alla batteria, Noumou Cissoko alla kora, Lamine Sarr al djembe.
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