sabato 22 novembre 2003

DISCHI DE GREGORI E LIGABUE

Francesco De Gregori e Luciano Ligabue hanno scelto lo stesso giorno, oggi,
per far uscire i propri nuovi dischi. S’intitolano rispettivamente «Mix» e
«Giro d’Italia». In entrambi i casi si tratta - oltre che di cd doppi - di
materiale quasi interamente già noto, riproposto dal vivo o in nuove
versioni. A dimostrazione del fatto che, quando si hanno alle spalle
carriere ormai lunghe (trenta e più anni per il cantautore romano, quindici
per il rocker emiliano), il fatto di rimettere le mani nella produzione
passata, e tirarne fuori nuove proposte discografiche, diventa un’attività
importante quasi quanto quella di dedicarsi alle nuove composizioni. Si
entra insomma nella categoria dei classici, che vengono riletti, magari
vestendoli di nuovi abiti musicali. Anche a beneficio delle nuove
generazioni, che non avevano fatto in tempo a conoscerli al tempo delle
pubblicazioni originali.
De Gregori propone trentuno canzoni per due ore e mezzo di musica, aperte da
un’originalissima (e «sporchissima»...) versione blues di «A chi», classico
di Fausto Leali negli anni Sessanta, che a sua volta era una cover di
«Hurt». Poi si alternano capolavori di ieri («Alice», «Rimmel», «Generale»,
«Bufalo Bill», «La donna cannone»...) e di oggi («Il cuoco di Salò»), la
friulana «Stelutis Alpinis», le due cover dylaniane «Non dirle che non è
così» e «Come il giorno» (che «traducono» rispettivamente «If you see her
say hallo» e «I shall be released»), ma anche l’inedito «Ti leggo nel
pensiero», che chiude la doppia raccolta.
L’unico criterio di compilazione del disco sembra essere quello di... non
aver nessun criterio: i brani sono frammenti di vita musicale mescolati,
«curve della memoria» fotografate dal vivo o in studio, senza pretese di
organicità o di raccontare una storia. Ma avendo l’artista in questione
scritto negli anni molte belle canzoni, il disco (di cui esiste anche una
versione dvd, intitolata «Mix Film») si fa ascoltare e apprezzare.
Discorso diverso e al tempo stesso analogo per Ligabue. Il nuovo album
ripropone i momenti migliori del particolarissimo tour dell’inverno scorso,
passato un anno fa anche da Trieste: in ogni città il rocker di Correggio
suonava la prima sera in teatro, in versione acustica, affiancato fra gli
altri da Mauro Pagani, anche proponendo brani meno noti al grande pubblico,
e la seconda sera al palasport, in versione elettrica che più elettrica non
si può, chitarre a tracolla e «greatest hits» a disposizione di un pubblico
impaziente di cantare in coro.
Sotto quindi con «Piccola stella senza cielo» e «Sogni di rock’n’roll»,
«Questa è la mia vita» e «Una vita da mediano», «Eri bellissima» e «Tra
palco e realtà», «Tutti vogliono viaggiare in prima» e «Ho messo via»...
Insomma, ballate da fiammelle accese e rock tiratissimi: le cose migliori di
un artista che in pochi anni, quando ha debuttato, è stato capace di
diventare una delle pochissime rockstar italiane. Oltre al cd doppio, esiste
una versione limitata e numerata con un terzo cd, con altri brani e
interventi parlati del Liga.

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