sabato 25 settembre 2004

INTERVISTA MORGAN

«A Trieste ero già venuto a suonare con i Bluvertigo, sarà stato il ’97. Ora torno da solo, al pianoforte. Suonerò le ”musiche dell’appartamento” così come sono nate, nude e crude. Per me sarà un po’ come tornare indietro di qualche anno...».

Parla Morgan, per l’anagrafe Marco Castoldi, milanese, classe ’72, già leader dei Bluvertigo, noto anche alla stampa rosa in qualità di compagno di Asia Argento, con cui ha una bambina. Domani sera, alle 23, suona alla Sala Tripcovich, nell’ambito della kermesse del Viaggio Telecom.

«Io sono un tipo molto curioso - confessa Morgan - ma la mia è una curiosità che si rivolge soprattutto alla storia, al passato, e non è attirata dal futuro. La musica italiana degli anni Cinquanta e Sessanta mi ha sempre interessato, quasi come una ricerca di qualcosa che mi è sempre appartenuta, una sorta di dna nascosto nel passato, prim’ancora della mia nascita».

«I miei genitori sono nati negli anni Quaranta, mio padre aveva nastri originali di dixieland che custodiva nel tinello, mia madre suonava musica classica al pianoforte, io mi addormentavo sul divano. Il mio essere diventato padre ha risvegliato vecchie melodie sepolte nell'inconscio musicale. La regressione avviene con l'esperienza dell'infanzia rivissuta attraverso i figli, con la memoria che emerge e si tramanda, ma anche con la cosciente distanza che prendo da una modernità che non mi appartiene completamente».

«Così è nato il disco ”Canzoni dell’appartamento” (suo primo album solista, uscito lo scorso anno - ndr). Inizialmente doveva essere un disco di cover: un’idea che ho sempre avuto, ma che non ho ancora mai realizzato completamente. Vorrei cantare i brani di Umberto Bindi, di Piero Ciampi, di Tenco, di De Andrè... Anche coi Bluvertigo facevamo cover: è una palestra fondamentale per chi fa musica pop, ti permette di misurarti con il passato, con i grandi».

«Doveva essere un disco di cover, dicevo, ma poi è diventato qualcos’altro. Battiato aveva appena fatto ”Fleurs”, poi è uscito anche Robbie Williams con gli standard swing. Allora ho pensato che era meglio scrivere dei brani originali, ispirandomi al passato. Cercando nei generi tradizionali di cui ho memoria i modelli da esplorare. Del progetto di cover sono rimasti due brani: ”Non arrossire”, di Giorgio Gaber, e la traduzione italiana di ”If”, di Roger Waters».

Dall’underground al mainstream, passando per il palco di Sanremo, «Canzoni dell’appartamento» è stata una delle positive sorprese della scorsa annata musicale. Quest’anno, Morgan ha invece pubblicato «Il suono della vanità», colonna sonora del film di Alex Infascelli «Il siero della verità».

«Era la prima volta - spiega l’artista - che scrivevo per il cinema. E subito dopo ho scritto anche le musiche per il nuovo film di Asia Argento, già presentato a Cannes e che uscirà in Italia a gennaio. Infascelli mi ha indirizzato musicalmente al noir anni Ottanta. Ho lavorato in maniera orchestrale e sinfonica, associando i temi ai personaggi, ma anche con nuove tecnologie sperimentali, per costruire fondali sonori. Sovrapponendoli ho ottenuto un miscuglio che è quasi una non-musica, apparentemente costante e coerente ma con micro-cambiamenti al suo interno».

«Io sono molto estremo nel mio modo di lavorare musicalmente. Ho mescolato strumenti classici ed elettronica, creando un dialogo fra orchestra e computer. Nel cinema si può osare molto, sfruttando i momenti di drammatizzazione...».

«Coi Bluvertigo? Non è finita, anzi. Dopo tre anni di riflessione - conclude Morgan - proprio in queste settimane abbiamo ricominciato a lavorare assieme. Presto uscirà un nostro nuovo disco».

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