Nove anni senza un disco di inediti. Nove anni dal precedente «Una faccia in prestito», arricchiti comunque di tournèe - in Italia e all’estero -, di album dal vivo, di raccolte di successi, persino di un progetto multimediale fatto di canzoni e disegni («Razmataz»)... Ma pur sempre nove anni, un lasso di tempo lunghissimo, soprattutto nel settore della discografia.
C’è dunque una certa comprensibile attesa, per questo nuovo disco di Paolo Conte. «Elegia» - che esce domani, distribuito da Warner - propone tredici nuove canzoni baciate da quell’inconfondibile marchio di fabbrica che ha fatto grande l’avvocato-cantautore astigiano. Il mondo, l’Italia, forse persino la provincia del 2004 sono diversi da quelli del ’95 in cui uscì il disco precedente. Ma l’universo contiano sembra miracolosamente essersi preservato dai tanti virus che ci ammorbano. Quasi un mondo parallelo nel quale la realtà, la quotidianità entrano di soppiatto.
La dimostrazione sta in un brano come «La nostalgia del Mocambo», quarta e chissà se ultima parte della saga musicale costituita finora da «L'uomo del Mocambo», «La ricostruzione del Mocambo» e «La sagra del Mocambo». E incentrata sulla figura dell’uomo di provincia, quell’antieroe perennemente in cerca della donna giusta (stavolta una francese, Jeannine...) che è un po’ l’alter ego dell’artista.
«Con tutto il mitragliare che c'è in giro, forse ho qualche possibilità di salvarmi nascondendomi dietro al mio piano», spiega Conte, che ama difendersi «con i vecchi metodi, come la fantasmagoria».
Disco grondante nostalgia e struggente malinconia. Come nel «Sandwich man» che gira la città bardato dalle reclame dei film e che finisce per parlare con il linguaggio del cinema, altra grande passione di Conte.
Ma il gusto del pastiche impreziosice e rende unici anche gli altri brani: da «Elegia» a «La casa cinese», da «Frisco» a «Chissà», da «Molto lontano» a «Non ridere», da «Il regno del tango» (con il «tanguero encantador» armato di bandoneon) a «Bamboolah», da «Sonno elefante» a «India», fino a «La vecchia giacca nuova».
Il tour europeo dedicato al nuovo disco di Paolo Conte parte il 23 novembre da Firenze. Poi va in Francia (dove l’hanno fatto Chevalier dans l'Ordre des Arts et Lettres...), Olanda, Belgio, Austria, Germania... Rispetto al nuovo spettacolo dal vivo il nostro dice: «Vorrei sparigliare le carte, ma non sono mai stato un corridore da palco, anzi, sono sempre attaccato al piano, come a una zattera...».
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