venerdì 28 marzo 2008

GIOVANNI ALLEVI


TRIESTE Arriva il pianista che ha trasformato le sue esibizioni in concerti rock. L’ex timidone solitario cui la musica ha letteralmente trasformato la vita. Lunedì sera al Teatro Verdi di Gorizia, martedì (e non è un pesce d’aprile...) al Politeama Rossetti di Trieste ritorna insomma in regione Giovanni Allevi, il pianista fenomeno delle ultime due o tre stagioni musicali, già visto più volte nella nostra regione.

Momento davvero magico per il compositore e pianista di Ascoli Piceno, premiato da pubblico e critica grazie ai suoi dischi, al dvd «Joy Tour 2007» (registrato dal vivo nell’agosto scorso allo Sferisterio di Macerata) e all’«Allevi Tour 2008», partito il 23 febbraio da Roma e che passa da un tutto esaurito all’altro.

Ma ora c’è anche il primo libro, ad alimentare la fama e il successo. «La musica in testa», uscito per Rizzoli, ha venduto 33 mila copie nei primi dieci giorni, entrando ai vertici delle classifiche di vendita. Un libro - che martedì alle 18 verrà presentato alla Feltrinelli di via Mazzini, a Trieste, alla presenza dell’autore - dal tono leggero ma al tempo stesso ricco di frasi, episodi e aneddoti che permettono al pubblico di conoscere meglio questo artista così particolare.

Storico l’episodio in cui il ragazzo non esita a travestirsi da cameriere alla cena di apertura della Scala per avvicinare Riccardo Muti, il suo idolo. Per tutta la sera Allevi serve i vini e porta vassoi pieni di prelibatezze, finché trova finalmente il momento di consegnare al maestro un suo cd. Parole, complimenti e auguri di circostanza, ma è grande la delusione del giovane musicista quando, a fine serata, ritrova il suo cd «dimenticato» da Muti sul tavolo, fra piatti e bicchieri sporchi...

Poi viene fuori che in un’intervista Allevi dice di considerare Mozart noioso. Per questo viene quasi aggredito da una ragazza: «Come si permette di criticare un genio assoluto della musica?» Preso dal panico, il nostro per fare ammenda apre il concerto successivo con un brano del grande compositore, ma prima si scusa con il pubblico: «Spero di non annoiarvi...».

O ancora si legge di una volta che, dopo una lunga tournée negli Stati Uniti, il pianista si riposa al mare, steso su una sdraio, quando viene suo malgrado ingaggiato come giudice per una gara di... polpette. Polpette che è quasi costretto a mangiare a forza, cosa che però fa volentieri, provando «la strana ebbrezza del sentirsi, per una volta, giudice e non giudicato...».

Sfogliando il libro sono diverse le frasi che colpiscono il lettore: «I tasti racchiudono un giardino di meraviglie», «Se impariamo a fare silenzio, saremo in grado di cogliere l'eterna danza che ci circonda», «Non bisogna mai aver paura di rompere le regole, se è il nostro cuore a chiederlo».

E ancora: «L'ispirazione può regalarmi momenti di gioia pura», «Le persone in viaggio verso il proprio sogno vanno sempre protette», «Le nuove generazioni trascineranno il mondo verso un Nuovo Rinascimento»...

Oltre al libro, attualmente Allevi - che compie trentanove anni il 9 aprile - ha ben tre dischi in classifica fra i primi trenta: il doppio disco dal vivo «Allevilive» (uscito nell’ottobre 2007, oltre 60 mila copie vendute, comprendente l’inedito «Aria» e ventisei brani tratti dai quattro album di Allevi per pianoforte solo: «13 dita» del ’97, «Composizioni» del 2003, «No Concept» del 2005, «Joy» del 2006), e appunto l’album «Joy» (oltre 120 mila copie vendute) e il vecchio «No Concept» (oltre 70 mila copie), che non mollano le posizioni.

Ma il musicista sta già lavorando al nuovo album di composizioni inedite. Il 10 aprile deve infatti consegnare il materiale alla casa discografica. La pubblicazione del disco, per pianoforte e orchestra, è prevista a giugno per Bollettino/Ricordi-Sony Bmg Music.

Sarà un’altra tappa di una carriera che ha dell’incredibile. Allevi è infatti ormai apprezzato dagli Stati Uniti al Giappone. A conferma di quanto di buono aveva intuito Jovanotti quando nel ’97 decise di produrre per la sua etichetta Soleluna il primo album di quel ragazzo alto e magro, con gli occhiali e una gran testa di capelli ricci, diplomato con il massimo dei voti al Conservatorio Morlacchi di Perugia e al Verdi di Milano, ma anche laureato in filosofia con una tesi su «Il vuoto nella Fisica Contemporanea».

Il pianista ha poi continuato a collaborare con Jovanotti, in studio e dal vivo. E forse anche da lì ha tratto questa sua splendida sensibilità pop ben innestata su un impianto classico e jazz, che si coglie nei dischi e nei concerti. Di Allevi l’ascoltatore apprezza il senso melodico del pianismo, quel suo muoversi oltre ogni barriera di genere e al di fuori di categorie e definizioni. Sembra di ritrovare, trent’anni dopo, gli insegnamenti di un altro celebre pianista, Giorgio Gaslini, sulla musica totale.

Di certo oggi Allevi è una delle voci più interessanti e originali della scena musicale italiana e internazionale. Che rielabora la tradizione classica europea aprendola alle nuove tendenze pop e contemporanee. Nel libro l’ha spiegato così: «Devo essere spettatore impossessato della Musica, mentre nella mia mente un silenzio energetico, gravido e vigile segue, vuoto, ogni minimo movimento. Allora come un carillon, ogni elemento entrerà in rapporto armonico con l'altro: il respiro con il battito cardiaco, la pressione con la temperatura delle dita; e la memoria musicale troverà, nel silenzio della mente, un lucido lago ghiacciato su cui scorrere senza alcun ostacolo, senza altre intenzioni che interferiscano con quella proveniente dalla tastiera...».

E quando l’ispirazione arriva, Giovanni Allevi si fa trovare sempre pronto. «Spesso - confessa - mi capita di scrivere le note in sms che spedisco a me stesso...».

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