Arriva anche a Trieste - da stasera a domenica, al PalaTrieste - «Tosca, amore disperato», il musical scritto musicato e allestito da Lucio Dalla. Già 130 mila persone hanno visto questa sorta di opera pop che l’artista bolognese ha tratto dall’opera di Giacomo Puccini, che a sua volta era tratta dal dramma omonimo di Victorian Sardou.
Come riferivamo dopo l’anteprima romana dell’ottobre scorso, non si tratta propriamente di un’opera, né di un musical, né di un melodramma, né di un balletto, né di un varietà televisivo: ma pesca in tutti questi settori, con un furore multimediale in linea coi tempi. E propone almeno due grandi canzoni: «Amore disperato» (cantata da Iskra Menarini, la veggente Sidonia, all’inizio e alla fine) e «Per te» (un gustosissimo tip tap in chiusura di primo tempo).
Dell’opera che il pubblico conosce Dalla ha mantenuto solo la storia della bella Tosca che nella Roma papalina della restaurazione post napoleonica ama il pittore liberale Cavaradossi, che si caccia nei guai nascondendo il rivoluzionario Angelotti. Della ragazza si innamora il capo della polizia, il perfido barone Scarpia, che cattura e condanna a morte il pittore, ma promette di liberarlo se lei gli dirà di sì. Tosca lo uccide, scappa a Castel Sant’Angelo, dove il suo uomo dovrebbe essere fucilato a salve. Ma le pallottole sono vere, Cavaradossi muore, ma muore anche Tosca. Fine.
Insomma, l’eterna storia di amore e di morte per la quale il sessantunenne artista bolognese ha riscritto ex novo testi e musiche. Con un cast di trenta elementi, con le coreografie di Daniel Ezralow e i costumi di Giorgio Armani, Dalla non si è fatto mancare nulla: effetti speciali fantasmagorici, diavolerie tecnologiche, tentazioni cinematografiche, trovate quasi circensi, immagini multimediali.
Fra torture rap, guardie pontificie in tutine a strisce, patrioti della Roma papalina che volano appesi a delle funi, preti e suore in desabillé... E tutto ciò che la sua fantasia visionaria ha immaginato per questa sua «Tosca» così vicina alla sensibilità e al gusto contemporaneo. Un’opera pop, un musical cinematografico di grande impatto visivo, con cadenze e tempi quasi televisivi. Un magma incandescente di suoni, colori, sentimenti.
Di più: una sorta di «Matrix» ambientato al luna park, fra sipari argentati in stile Las Vegas, sullo sfondo di San Pietro. Per un costo di quattro milioni di euro che ora bisogna ammortizzare. Infatti il tour durerà ancora a lungo: dopo Trieste sarà a Napoli e poi in Ungheria e in Austria (dal 22 luglio al 15 agosto a Klagenfurt).
«Tosca - ha detto Lucio Dalla un mese fa a Trieste, quando per venire a presentare l’opera è incappato nel... ”mancato disastro” di Ronchi - è, a mio avviso, l’opera più bella di Puccini. Ma oggi non può essere capita, i giovani non vanno a teatro leggendo il libretto. Ne ho voluto allora fare una versione pop, apocrifa, cambiando le musiche e le parole, perchè volevo che tutti capissero che grande capolavoro è. Ha un solo limite: è troppo grande. E oggi, a cento anni di distanza, non può più essere capita e condivisa da tutti nella rappresentazione tradizionale».
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