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martedì 22 maggio 2012
ANTONACCI quasi politico ieri a Trieste
TRIESTE Il Biagio Antonacci che non ti aspetti? Forse quello andato in scena ieri sera al PalaTrieste. L'amore, certo. I sentimenti. Ma anche un'inedita verve polemica, quasi politica. Sentite qua: «Con infinito onore io le scrivo due parole semplici, volevo dirle che mai come adesso il modo è sopravvivere... Come un servo schivo ma schiavo faccio politica, come un premio meritato non ho valore... Pago un pizzo organizzato e mi proteggono...».
Ventuno e trenta di ieri sera. Le tremila persone attirate dalla tappa triestina del tour non bastano a riempire la struttura. Ti aspetti il solito mix di melodia e pop, canzone d'autore e atteggiamenti da piacione, parole soprattutto d'amore. E invece il quarantanovenne cantautore lombardo, idolo soprattutto del pubblico femminile, riesce a sorprenderti.
Intendiamoci, la struttura dello show - che prende il nome dal nuovo album "Sapessi dire no" - è ancora una sapiente miscela degli ingredienti citati, che nel corso degli anni hanno contribuito a crearne successo e popolarità. Ma l'inizio dello show, con i citati versi di "Con infinito onore", è nel segno dell'attualità, del fallimento della politica, della delusione e del disincanto che non risparmia nemmeno il pubblico di Biagio.
Il brano, che fa parte del nuovo disco, è cantato dalla voce fuori campo dell'artista, mentre il palco accoglie la sua band (nella quale è tornato il chitarrista Gabriele Fersini) e alcuni performer che si esibiscono indossando maschere con i volti di politici italiani: Berlusconi, D'Alema, forse Bossi.
«Nel brano - aveva spiegato Antonacci alla presentazione dell'album - parlo di un politico che si sente fuori dal tempo e fuori moda, ma non sa come uscirne. Sono anni che io non voto e continuerò così fino a quando non troverò qualcuno che mi rappresenta. Oggi è tempo di cambiamento: i partiti sono finiti, questa politica non ci rappresenta più e non ci sono più personaggi che sanno parlare, come Berlinguer, Almirante o Pannella. Grillo potrebbe essere un'alternativa ma anche lui deve mostrarmi le facce dei suoi uomini».
Torniamo allo show. Allestimento minimale, senza megapalco, né effetti speciali, né proiezioni video. Un ritorno all'essenzialità della musica, che quando tocca il cuore di chi ascolta non ha bisogna di fronzoli. Una scelta quanto mai apprezzabile, nel luogo dove pochi mesi fa, montando un megapalco, ha perso la vita un giovane che il pubblico triestino non dimenticherà facilmente.
Lì, su quel parquet, una semplice passerella centrale a T taglia la platea, permettendo all'artista una vicinanza anche fisica con il suo pubblico. Che come si diceva è prevalentemente femminile: ci sono le giovanissime ma anche e forse soprattutto le signore che seguono lartista sin dagli esordi.
Per loro, il bel Biagio ha allestito un programma che accanto alle canzoni del nuovo album ("Dimenticarti è poco", "Insieme finire", "Qui"...), pesca abbondantemente fra quelli che ormai possono essere considerati dei classici: "Così presto no", "Angela", "Iris", "Quanto tempo è ancora"... E poi - fidandoci della scaletta, considerato che scriviamo a concerto ancora in corso - "Se è vero che ci sei" e " Coccinella", "Alessandra" e "Liberatemi". Fino al crescendo finale di "Se io se lei", "Convivendo" e "Ti dedico tutto" (primo singolo tratto dal nuovo album).
A Trieste, successo meritato e affettuoso. Il tour, cominciato venti giorni fa da Bari (dove il nostro ha finito la serata all'ospedale per una spina di pesce finitagli in gola durante la cena...), prosegue fino alla fine di maggio, per poi riprendere in autunno.
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