«In questo tour il pubblico risponde bene. Lo spettacolo, con il suo connubio audiovisivo, piace: i teatri sono pieni. Lo show si basa su un’emozione che parte da quando ero ragazzo, dalle storie che ho raccontato sin dai miei inizi artistici e che mi ricordano l’adolescenza, i primi amori. Tutto quanto fa parte di una crescita progressiva, in conflitto eterno con i sentimenti, la rabbia, l’odio, l’amore».
Parole di Marco Masini, che stasera alle 21 presenta il suo spettacolo a Trieste, al Teatro Cristallo. «Il percorso dello spettacolo - spiega il cantante e autore, nato a Firenze nel ’64 - vive anche grazie alle immagini che mi riportano colori, stanze, odori dall’adolescenza fino ai giorni nostri. C’è un’omogeneità sonora e, in certi momenti, introspettiva, per dare risalto all’evoluzione dell’artista e dell’essere umano».
La storia di Masini, da oltre vent’anni protagonista di primo piano della nostra canzone, va di pari passo con quella della più recente musica leggera italiana. Dopo una lunga gavetta come autore, assieme al compianto Giancarlo Bigazzi, nel ’90 vince Sanremo Giovani con “Disperato”. Il primo di una lunga serie di successi, in Italia ma anche all'estero. L’album “T’innamorerai” vende nel ’93 oltre un milione di copie solo in Europa, preceduto dal singolo dal titolo quanto mai esplicito “Vaffanculo” (in anni in cui Beppe Grillo ancora non pensava né ai suoi “Vaffa Day” né al suo sbarco in politica...), con cui l’artista risponde a modo suo ai tanti critici dell’epoca.
Fra un temporaneo ritiro dalle scene e diversi ritorni a Sanremo (nel 2004 con “L’uomo volante”), la sua storia musicale continua. Anche attraverso la collaborazione con l’antico amico Umberto Tozzi (album e tour “Tozzi Masini”, 2006). Il disco comprende tre brani scritti a quattro mani dai due artisti in duetto e dodici pezzi alternati, nei quali l’uno reinterpreta l’altro e viceversa.
La collaborazione fra i due vecchi soci, forte di oltre cinquanta milioni di dischi venduti (soprattutto da Tozzi...) nelle rispettive carriere, viene suggellata dal brano “Come si fa...?”, che esce dagli schemi della musica leggera inserendo le cornamuse in un brano pop dalle sonorità assolutamente moderne.
Ma la sperimentazione prosegue. Nel 2007, ispirandosi liberamente alla celebre favola di Hans Christian Andersen, Masini presenta lo spettacolo “Il brutto anatroccolo”, scritto assieme a Beppe Dati. Nello show le sue canzoni, tutte in chiave acustica, si alternano alle parti recitate, con un risultato che appassiona il pubblico.
Il richiamo di Sanremo riporta l’artista toscano sul palco dell’Ariston nel 2009. Il brano scritto per l’occasione s’intitola “L’Italia”, ed è una dichiarazione d’amore per il Paese: più forte delle debolezze, dei luoghi comuni, con la forza di un sentimento sincero. La partecipazione al Festival viene accompagnata dalla pubblicazione dell’album “L’Italia... e altre storie”.
“Un palco lungo... 20 anni” è invece il titolo del cofanetto del 2010, con un doppio cd e un dvd: nei dischi una selezione delle migliori canzoni di una carriera giunta per l’appunto sul soglio del ventennale, nel dvd la registrazione di un concerto tenutosi proprio nella sua Firenze.
Ma la storia sembra ancora lontana dalla parola fine. Nel settembre scorso esce infatti “Niente d’importante”, definito nelle note della casa discografica «un viaggio nel pianeta amore di un artista che ancora ricerca il senso della vita attraverso l’unica ragione di vita che ognuno di noi ha: amare per essere amato».
Ora questo tour, cominciato con una “data zero” il 28 marzo al Teatro Mascagni di Chiusi, in provincia di Siena, e che fa tappa stasera a Trieste e domani a Padova.
Parole di Marco Masini, che stasera alle 21 presenta il suo spettacolo a Trieste, al Teatro Cristallo. «Il percorso dello spettacolo - spiega il cantante e autore, nato a Firenze nel ’64 - vive anche grazie alle immagini che mi riportano colori, stanze, odori dall’adolescenza fino ai giorni nostri. C’è un’omogeneità sonora e, in certi momenti, introspettiva, per dare risalto all’evoluzione dell’artista e dell’essere umano».
La storia di Masini, da oltre vent’anni protagonista di primo piano della nostra canzone, va di pari passo con quella della più recente musica leggera italiana. Dopo una lunga gavetta come autore, assieme al compianto Giancarlo Bigazzi, nel ’90 vince Sanremo Giovani con “Disperato”. Il primo di una lunga serie di successi, in Italia ma anche all'estero. L’album “T’innamorerai” vende nel ’93 oltre un milione di copie solo in Europa, preceduto dal singolo dal titolo quanto mai esplicito “Vaffanculo” (in anni in cui Beppe Grillo ancora non pensava né ai suoi “Vaffa Day” né al suo sbarco in politica...), con cui l’artista risponde a modo suo ai tanti critici dell’epoca.
Fra un temporaneo ritiro dalle scene e diversi ritorni a Sanremo (nel 2004 con “L’uomo volante”), la sua storia musicale continua. Anche attraverso la collaborazione con l’antico amico Umberto Tozzi (album e tour “Tozzi Masini”, 2006). Il disco comprende tre brani scritti a quattro mani dai due artisti in duetto e dodici pezzi alternati, nei quali l’uno reinterpreta l’altro e viceversa.
La collaborazione fra i due vecchi soci, forte di oltre cinquanta milioni di dischi venduti (soprattutto da Tozzi...) nelle rispettive carriere, viene suggellata dal brano “Come si fa...?”, che esce dagli schemi della musica leggera inserendo le cornamuse in un brano pop dalle sonorità assolutamente moderne.
Ma la sperimentazione prosegue. Nel 2007, ispirandosi liberamente alla celebre favola di Hans Christian Andersen, Masini presenta lo spettacolo “Il brutto anatroccolo”, scritto assieme a Beppe Dati. Nello show le sue canzoni, tutte in chiave acustica, si alternano alle parti recitate, con un risultato che appassiona il pubblico.
Il richiamo di Sanremo riporta l’artista toscano sul palco dell’Ariston nel 2009. Il brano scritto per l’occasione s’intitola “L’Italia”, ed è una dichiarazione d’amore per il Paese: più forte delle debolezze, dei luoghi comuni, con la forza di un sentimento sincero. La partecipazione al Festival viene accompagnata dalla pubblicazione dell’album “L’Italia... e altre storie”.
“Un palco lungo... 20 anni” è invece il titolo del cofanetto del 2010, con un doppio cd e un dvd: nei dischi una selezione delle migliori canzoni di una carriera giunta per l’appunto sul soglio del ventennale, nel dvd la registrazione di un concerto tenutosi proprio nella sua Firenze.
Ma la storia sembra ancora lontana dalla parola fine. Nel settembre scorso esce infatti “Niente d’importante”, definito nelle note della casa discografica «un viaggio nel pianeta amore di un artista che ancora ricerca il senso della vita attraverso l’unica ragione di vita che ognuno di noi ha: amare per essere amato».
Ora questo tour, cominciato con una “data zero” il 28 marzo al Teatro Mascagni di Chiusi, in provincia di Siena, e che fa tappa stasera a Trieste e domani a Padova.
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