giovedì 23 ottobre 2003

TOSCA DI LUCIO DALLA

Non è un’opera, non è un musical, non è un melodramma, non è un balletto, non è un varietà televisivo. Ma pesca in tutti questi settori, con un furore multimediale che ben si addice a questi tempi spettacolarmente - e non solo spettacolarmente - confusi.
La nuova «Tosca» scritta, musicata e allestita da quel genietto curioso e irriverente di Lucio Dalla debutta stasera al Gran Teatro di Roma (megatendone da 3200 posti che David Zard, produttore dello spettacolo assieme a Ferdinando Pinto, ha tirato su in viale di Tor di Quinto quando doveva mettere in scena «Notre Dame de Paris»). Debutta centotre anni dopo la prima rappresentazione - per gli storici: sempre a Roma, a Teatro Costanzi - dell’opera di Giacomo Puccini che a sua volta era tratta dal dramma omonimo di Victorian Sardou. Debutta con il titolo «Tosca, amore disperato».
Dalla ha mantenuto solo la storia della bella Tosca (la ventiquattrenne siciliana Rosalia Misseri, già Esmeralda nel secondo cast di «Notre Dame») che nella Roma papalina della restaurazione post napoleonica ama il pittore liberale Cavaradossi (Graziano Galatone, un passato a Sanremo Giovani del ’93), che si caccia nei guai nascondendo il rivoluzionario Angelotti (Attilio Fontana, già con i Ragazzi Italiani). Della ragazza si innamora il capo della polizia, il perfido barone Scarpia (Vittorio Matteucci, il Frollo di «Notre Dame»), che cattura e condanna a morte il pittore, ma promette di liberarlo se lei gli dirà di sì. Tosca lo uccide, scappa a Castel Sant’Angelo, dove il suo uomo dovrebbe essere fucilato a salve. Ma le pallottole sono vere, Cavaradossi muore, ma muore anche Tosca.
Per quest’eterna storia di amore e di morte il sessantenne artista bolognese ha riscritto ex novo testi e musiche. Con un cast di trenta elementi (senza Sabrina Ferilli, Franco Califano e Max Gazzè, le star annunciate originariamente), con le coreografie di Daniel Ezralow e i costumi di Giorgio Armani, Dalla non si è fatto mancare assolutamente nulla. Effetti speciali fantasmagorici, diavolerie tecnologiche, tentazioni cinematografiche, trovate quasi circensi, immagini multimediali. «Matrix» ambientato al luna park, fra sipari argentati in stile Las Vegas, sullo sfondo di San Pietro. Per un costo di quattro milioni di euro che ora bisogna ammortizzare.
«Siamo in un territorio - spiegava Dalla l’altra sera, prima che cominciasse l’anteprima - dove il melodramma non è mai stato. Ho puntato ancora una volta sulla commistione di linguaggi, che è la cosa che più mi intriga, scegliendo soluzioni inedite per il melodramma ma anche per il musical. È un’opera strana, ma è comunque un’opera. Ha il turbinio dei sentimenti, fra personaggi doppi e tripli. È una Tosca fatta correndo, ma non per questo cialtrona. È una Tosca facilissima, ma prende strade che io stesso non ho ancora capito. Per me comunque è già conclusa, e a me non piacciono le cose finite, perchè poi te ne distacchi...».
Il musicista tiene a precisare che si tratta ancora di un work in progress. In effetti il primo tempo mostra ancora alcune farraginosità e alcuni passaggi meriterebbero una generosa messa a punto. La seconda parte scorre meglio, anche grazie a numerose e importanti aperture melodiche. Il collante che tiene assieme la baracca sono infatti alcune grandi canzoni. E non poteva essere altrimenti, visto che abbiamo a che fare con Dalla. Soprattutto «Amore disperato» (cantata a teatro da Iskra Menarini, la veggente Sidonia, all’inizio e alla fine) e «Per te» (un gustosissimo tip tap in chiusura di primo tempo) sono destinate a entrare fra i classici dalliani. E saranno comprese nel nuovo disco del cantautore, in uscita nei prossimi giorni, fra l’altro con un attesissimo duetto nientemeno che con Mina.
«Puccini si sarebbe vergognato di una Tosca così - ammette Dalla - ma forse si sarebbe divertito. La mia è un'opera moderna, multimediale, diversa dall'originale pucciniano. Non temo il confronto con lui, non mi sembra proprio il caso. La sua è l'opera più bella mai scritta nel melodramma. Mi sono messo a disposizione di Puccini per spiegare la sua opera oggi, a un pubblico diverso e con mezzi espressivi diversi».
Il pubblico, sulla scia del trionfo riservato a «Notre Dame de Paris», sicuramente gradirà. Come ha gradito nell’anteprima dell’altra sera. Fra torture rap, guardie pontificie in tutine a strisce, patrioti della Roma papalina che volano appesi a delle funi, preti e suore in desabillé... E tutto ciò che la fantasia visionaria di Lucio Dalla ha immaginato per questa sua «Tosca» così vicina alla sensibilità e al gusto contemporaneo.
Un’opera pop, un musical cinematografico di grande impatto visivo, con cadenze e tempi quasi televisivi. Un magma incandescente di suoni, colori, sentimenti.

1 commento:

  1. Tosca Amore Disperato e' uno spettacolo meraviglioso... :-)

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