giovedì 30 ottobre 2003

INTERVISTA AMII STEWART

«Billie Holiday era la cantante preferita di mia madre, prim’ancora che la mia. La sua vita è stata un concentrato di sangue, sudore e lacrime. E realizzare un musical su di lei, sulla sua vita, sulla sua musica, è per me un vecchio sogno che si avvera...».
Così Amii Stewart presenta «Lady Day», il musical che stasera inaugura al Politeama Rossetti il cartellone «Musical & Grandi Eventi» (repliche fino a domenica). Un musical che la stessa cantante americana firma assieme al regista Massimo Romeo Piparo. «L’incontro con lui - spiega l’artista - è stato determinante perchè il mio vecchio sogno diventasse realtà. È lui che mi ha proposto la parte di Maria Maddalena in ”Jesus Christ Superstar”. In quell’occasione la nostra collaborazione è stata ottima. E ha aperto le porte a questo nuovo progetto a cui tenevo molto».
Il musical, dice Amii, «mi è sempre sembrato la forma più completa della fantasia applicata al mondo dello spettacolo. Ciò sin da quando frequentavo l’Accademia delle belle arti a Washington, e ogni estate, finiti i corsi di lezione, giravamo le strade con i nostri piccoli spettacoli. Ci portavamo in giro tutto, dal palcoscenico alle luci, dagli strumenti ai costumi. Lì ho cominciato la mia carriera. Prima come ballerina, poi dedicandomi al canto e alla recitazione».
E in quegli anni si consolida l’amore per Billie Holiday. «Nella mia famiglia - ricorda la cantante - c'era una sorta di culto per le sue canzoni, che mia madre mi cantava quand’ero ancora in culla. Tanti anni dopo, leggendo le autobiografie dei grandi musicisti della ”black renaissance” (Billie, ma anche Louis Armstrong, Ella Fitzgerald...), ho scoperto che quel periodo, che credevo romantico, era stato in realtà durissimo per gli artisti neri. Così ho conosciuto anche la storia di Billie Holiday, le sue sofferenze, la lotta contro le ingiustizie, il razzismo».
Tempi difficili, che hanno segnato più di una generazione. «Ai loro tempi gli artisti neri hanno avuto il coraggio di lottare contro il razzismo, contro i pregiudizi. Billie, essendo una donna, ha dovuto lottare ancor più duramente. Gli artisti neri dei nostri tempi - e io fra loro - hanno un enorme debito con lei. È anche grazie al suo coraggio che oggi possiamo avere una carriera, il successo, una vita libera. Certo, negli Stati Uniti esistono ancora enormi problemi sociali, ma la povertà colpisce sia fra i bianchi che fra i neri».
«Billie è stata un'artista straordinaria - dice Amii Stewart - e ha avuto una vita così travagliata, piena di un dolore che lei è stata capace di trasmettere nel suo canto. Le è mancato quasi tutto: l’affetto, la famiglia, i soldi, l’amore. Si può dire che aveva soltanto la musica, la sua grande musica. Nessuno, come lei, ha saputo trasmettere queste emozioni con le note. Prima che un destino difficile la portasse dal trionfo alla rovina».
Amii Stewart vive in Italia da quasi vent’anni. «Sì, anche se continuo ovviamente a essere e sentirmi profondamente afroamericana. Oltre che nel colore della pelle, anche nel modo di pensare, di cantare, nei libri che leggo, nei dischi che ascolto. E ho notato che qui da voi tutti conoscono le canzoni di Billie Holiday (alcune le ritroviamo negli spot pubblicitari e come basi per i pezzi dance), ma quasi nessuno è a conoscenza della sua storia».
Ed ecco il musical. «Con Massimo Romeo Piparo abbiamo allora deciso di scrivere un musical ispirato alla vita di quella che possiamo considerare una delle cantanti più importanti del Novecento. Lui è stato capace di dare un respiro americano a questo lavoro. Non abbiamo fatto una rivista con una carrellata della sue canzoni più belle e importanti. Abbiamo fatto di più: abbiamo voluto raccontare innanzitutto la sua storia. Ed è nato ”Lady Day”...».
«Forse storie come quella di Billie Holiday - dice ancora la cantante - esistono ancora in Africa, non credo negli Stati Uniti. Anche per questo interpretarla è per me una grande responsabilità. La sua sofferenza, la sua sensibilità, la fatica di far emergere il suo talento, tutto questo provoca in me una profonda ammirazione e una grande commozione».
«Lady Day» sarà in tournèe fino al gennaio 2004. «Poi mi aspetta un lavoro con Ennio Morricone - conclude Amii Stewart - un grande lavoro orchestrale, che mi porterà in un ambito più classico. Avrò bisogno di almeno due mesi di studio e lavoro solo per reimpostare la voce...».

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