domenica 12 ottobre 2003

BARCOLANA FESTIVAL

TRIESTE Festa di mare, di vele, di vento (quando c’è...), di colori, di sapori, di gente. Un’impressionante marea di gente. Ma da qualche anno la Coppa d’Autunno è anche grande e straordinaria festa di musica, con il Barcolana Festival che ieri sera (ma anche la sera prima, e la sera prima ancora...) ha riempito il superbo palcoscenico naturale di piazza dell’Unità.
Guardando il mare là in fondo, dietro quella marea umana di teste e di braccia alzate, ieri sera per il gran finale si sono alternati sul palco i Meganoidi, Neffa e i Planet Funk. Apertura con la musica ska della band genovese partita dai centri sociali, uscita dall’ambito locale grazie all’invio di un video autoprodotto a Mtv («Supereroi vs Municipale», loro primo, insuperato hit), rampa di lancio per le 45 mila copie vendute del disco d’esordio «Into the darkness, into the moda».
Avrebbero potuto continuare a battere su quello stesso tasto, cercando di azzeccare un nuovo (analogo) successo. Nel nuovo disco «Outside the loop, stupendo sensation», presentato ieri sera a Trieste, hanno invece preferito proseguire una personale ricerca musicale, che li sta portando a privilegiare suoni e atmosfere più marcatamente rock. «È stata una maturazione naturale - spiegano i Meganoidi - il primo disco è uscito nel 2001 (l’anno in cui avevano già partecipato al Barcolana Festival - ndr), ma quei brani erano più vecchi. Oggi siamo cresciuti. E non solo per la carta d’identità...».
Anche Neffa, che è salito sul palco dopo il gruppo genovese, era in piazza Unità due anni fa. Allora il suo hit dell’estate, che l’aveva fatto scoprire dal grande pubblico, s’intitolava «La mia signorina». Quest’anno analogo successo è toccato a «Prima di andare via», premiata un mese fa al Festivalbar come canzone più trasmessa dalle radio. Ieri sera Giovanni Pellino (questo il suo vero nome) ha aperto col vecchio successo e ha chiuso con quello nuovo. In mezzo non ha trascurato le cose nuove comprese nell’album appena uscito «I molteplici mondi di Giovanni, il cantante Neffa» («Lady») e quelle del disco «Arrivi e partenze» («Sano e salvo»).
«I singoli di successo - ammette Neffa, classe ’67, nato a Napoli e vissuto finora in varie città, prima di approdare a Roma - sono croce e delizia. La gente ti dice: ho sentito il tuo disco, ma si riferisce sempre al singolo, anzi, spesso ti identifica col singolo. Che rappresenta un collante, una sorta di chiave di accesso che a volte funziona, altre no. Solo alcuni, infatti, non si fermano al brano di successo e vanno più in profondità, ad ascoltare il resto della tua produzione».
«I molteplici mondi a cui si riferisce il titolo del cd - prosegue Neffa, che nel disco ha collaborato con tre musicisti triestini: Al Castellana (ospite ieri sera in un brano), Fabio Valdemarin e Paolo Muscovi - sono ovviamente mondi musicali. Il mio passato rap, coi Messaggeri del Dopa, è un capitolo chiuso. Ora mi sento libero di spaziare fra soul, funky, reggae, canzone, suoni brasiliani, il tutto amalgamato dalla matrice blues che sento maggiormente. Musicalmente mi sento anarchico, faccio quello che mi viene. E se mi viene un brano che fa anche ballare, sono più contento...».
E dopo Neffa e i fuochi d’artificio, saltato l’annunciato set del dj-performer Claudio Coccoluto, ieri sera il compito di concludere il festival è toccato ai Planet Funk. Due napoletani attivi da dieci anni come produttori di dance (con la sigla «Souled Out») incontrano nel ’99 a Londra due fiorentini (i Kamasutra). Nasce un progetto musicale nel quale vengono coinvolti vari vocalist, fra cui gli inglesi Dan Black e Sally Doherty. Segue il grande successo - anche europeo - dell’album «Non zero sumness» e di singoli come «Chase the sun», «The switch», «Inside all the people»...
«Non siamo una band - spiegano - siamo un collettivo musicale eclettico, convinti che l’elettronica sia all’origine delle innovazioni più importanti. A noi piace la dance, ma anche il jazz, il soul, il funk, l’house... Ci interessa sperimentare, contaminare i suoni, creare un crocevia musicale». Un crocevia vitalissimo, un tappeto sonoro di classe che ieri sera ha infiammato la marea umana di piazza dell’Unità.

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