domenica 12 ottobre 2003

LE VIBRAZIONI AL BARCOLANA FESTIVAL

TRIESTE Una volta si diceva «good vibrations», per gli amici «good vibes», in italiano «buone vibrazioni». Roba vecchia, che non è più di moda, roba di quando la musica aveva un’anima, sgorgava spontaneamente, veicolava idee, abitava i luoghi e le persone. Non era di plastica, insomma, non era costruita a tavolino pensando soltanto ai numeri.
Roba vecchia che a volte per fortuna ritorna, verrebbe da dire ascoltando suonare Le Vibrazioni, il gruppo milanese rivelazione dell’anno al «Festivalbar», esploso prima con il singolo «Dedicato a te», poi con l’album d’esordio e con il secondo singolo «In una notte d’estate» (il terzo singolo, «Vieni da me», è da oggi nelle radio).
Ieri sera, in piazza Unità, erano loro il pezzo forte della prima serata del «Barcolana Festival». Ma sul palco, poco prima delle 22 è salita anche la protesta dei lavoratori della Feriera, che hanno esposto uno striscione e hanno chiesto la solidarietà del pubblico alla loro lotta. Tornnado alla musica, le «Vibrazioni», non hanno deluso le aspettative, presentando quasi interamente il loro - finora unico - album. Da «Sani pensieri» a «In una notte d’estate», da «Il cantico delle pene» a «Electrip music», fino a (ovviamente) «Dedicato a te» ma anche a un brano scoppiettante come «Su un altro pianeta», con tanto di jam session, presentazione del gruppo, baci abbracci e arrivederci alla prossima.
Un buon pop-rock, ben suonato e ben cantato, quello proposto dal gruppo milanese (il più vecchio, Stefano Verdieri, chitarra e tastiere, è del ’74; il più giovane, il bassista Marco «Garrincha» Castellani, con origini triestine - anzi, di Prosecco - per parte di madre, è del ’78), che non fa mistero di pescare nella lezione dei gruppi italiani e inglesi a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta.
«Io sono figlio unico - spiega il cantante e autore dei brani Francesco Sarcina, ventisette anni fra pochi giorni, dunque classe ’76 come il batterista Alessandro Deidda - a casa mia si ascoltavano Beatles, Santana, Presley, Pink Floyd, ma anche Mina e Battisti. Musica che ascoltava pure mia madre quando era incinta di me, e io credo alla teoria secondo la quale il feto è influenzato dalla musica che ascolta in attesa di nascere... Ma a parte questo, per me la svolta musicale è avvenuta grazie a mio padre: quando ho cominciato a sentire i Duran Duran, gli Europe e vari gruppi pop e rock degli anni Ottanta, è stato lui a spiegarmi che tutti quegli artisti prendevano dal passato dal decennio precedente».
«Le Vibrazioni - prosegue Sarcina - sono nate a Milano nella primavera del ’99. Come tutti abbiamo cominciato con le cover, poi siamo passati a una produzione originale, ma quando andavamo a suonare nei locali ci chiedevano solo le prime. Noi zitti zitti, un po’ alla volta, abbiamo cominciato a inserire i nostri brani. E il pubblico ascoltava e gradiva lo stesso. Nove mesi fa comunque eravamo ancora in cantina, nella cantina che fra l’altro usiamo ancora per le prove. A febbraio è uscito il primo singolo, dopo due settimane era già nella top ten, a marzo era primo in classifica, dove è rimasto per tre mesi...».
«In effetti tutto è successo in così poco tempo - riflette il cantante - che non ci sembra vero. Sembra una frase fatta ma è così. Eppure sono vicinissimi i tempi in cui facevamo il giro delle case discografiche senza trovare nessuno che ci desse retta. Solo una persona ci ha ascoltato e capito, Demetrio Sartorio, che infatti adesso lavora con noi. Il fatto è che molti discografici non ne capiscono di musica, loro sono soltanto dei venditori di dischi. E spesso non riescono nemmeno a farlo».
«Il video di Elio e le Storie Tese? Beh, quando Elio ci ha chiesto se ci poteva fare il verso nel loro clip - conclude Sarcina - ci siamo fatti innanzitutto una bella risata. Poi ne siamo stati felicissimi, convinti come siamo della forza dell’autoironia e della necessità di non prendersi mai troppo sul serio. Se dureremo come gruppo? Lo spero. Di certo io non sarò il Cesare Cremonini delle Vibrazioni. Non mollo la baracca per fare il solista. Credo nella forza del collettivo. E poi in quattro ci si diverte molto ma molto di più...».
Ieri la prima serata del Barcolana Festival è stata aperta dal cantautore pordenonese Marco Anzovino (già finalista al Premio Recanati 2002, apprezzato e «raccomandato» da Gino Paoli, primo album in arrivo a dicembre), dagli sloveni Elevators (frizzante quintetto guidato dalla superba flautista Tina Blazinsek) e dagli austriaci Hardbladers (da almeno dieci anni molto popolari anche in Germania). Un tris all’insegna dell’area geografica e musicale di Alpe Adria.
Stasera seconda tranche del festival. Aprono gli Hormonauts, proseguono gli Africa Unite, concludono Elio e le Storie Tese. Buon divertimento.

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