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lunedì 27 agosto 2012
RED HOT CHILI PEPPERS merc 29 a zagabria
Un nuovo chitarrista, Josh Klinghoffer. Un album uscito un anno fa, “I’m with you”. Una carriera ormai quasi trentennale, coronata da oltre 65 milioni di dischi venduti e da sette Grammy. E la solita, collaudata miscela di rock e funk, punk e rap, pop e melodia. Con approccio trasversale ed effetto esplosivo.
Con questo biglietto da visita i californiani Red Hot Chili Peppers tornano in zona per un concerto che si terrà domani alle 20 all’ippodromo di Zagabria: la tappa a noi più vicina dell’attuale tour che ha toccato ieri sera Praga, sarà venerdì a Bucarest, sabato a Sofia, e poi ad Atene, Beirut, Istanbul, Tel Aviv, per tornare dal 23 settembre negli Stati Uniti.
Il giovane Klinghofer è arrivato per sostituire John Frusciante, chitarrista storico ma anche anima della band, che ormai entra ed esce con una facilità - e una frequenza - quasi irritante.
Non tale ancora, però, da scalfire il mito. Sono passati cinque anni, dal concerto del giugno 2007 allo Stadio Friuli di Udine (unica tappa italiana del tour di quell’anno). Era appena uscito il doppio “Stadium arcadium”, che avrebbe venduto oltre dieci milioni di copie.
Passione e rabbia possono essere ancora considerate, dopo tanti anni, la loro cifra stilistica. Nati a Los Angeles nei primissimi anni Ottanta, diventano in breve un gruppo di culto grazie soprattutto alle loro performance dal vivo. All’inizio sono soltanto quattro ragazzi dalla Fairfax High School: il bassista Michael “Flea” Balzary, il cantante Anthony Kiedis, il batterista Jack Irons e il chitarrista Hillel Slovak. E si chiamano Tony Flow and the Miraculously Majestic Masters of Mayhem.
Il primo album, intitolato semplicemente “Red Hot Chili Peppers”, esce nell’84 e passa quasi inosservato. Sono gli anni in cui dal vivo i “ragazzacci” si presentavano spesso nudi e coi calzini infilati... sì, proprio lì, sui genitali. Seguono “Freaky styley” (’85), «The uplift mofo party plan” (’87) e il minialbum “Abbey Road” (’88), con copertina-parodia dell’omonimo capolavoro beatlesiano.
Una tragica pausa, seguita alla morte per overdose di Slovak. Irons esce, Kiedis e Flea incontrano il chitarrista John Frusciante e il batterista Chad Smith (pare con un annuncio su un giornale...) e l’avventura riparte. Nell’89 esce “Mother’s milk”, album di inediti seguito da un lungo tour. Nel ’91 arriva il contratto con la Warner, esce “Blood sugar sex magik” (un milioncino di copie vendute), la fama del gruppo arriva anche in Europa.
Frusciante, come si diceva, esce (poi rientra e poi esce ancora). Nel ’95 arriva “One hot minute”, il ’99 è l’anno di “Californication” (primo in Italia per nove settimane di fila, il loro album più venduto con oltre 15 quindici milioni di copie), l’estate 2002 porta “By the way”, poi arrivano una raccolta e un live (“The greatest hits” nel 2003, “Live in Hyde Park” nel 2004).
L’anno scorso, dopo tour mondiali quasi senza sosta, “I’m with you” arriva a cinque anni di distanza da “Stadium arcadium”. Ora questo nuovo tour, che il mese scorso ha fatto tappa in Italia all’Heineken Jammin’ Festival.
Per il concerto a Zagabria di domani, info e prevendite dei biglietti da Radioattività (040-304444), che organizza bus da Trieste.
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