lunedì 23 marzo 2015

ADDIO A DANILO SOLI

Il giornalismo e la musica: le sue due grandi passioni. Danilo Soli ci ha lasciato a 87 anni dopo una vita spesa soprattutto fra il lavoro nell’informazione e l’amore per le sette note. Storico caposervizio della redazione triestina del Messaggero Veneto, che diresse fino alla chiusura negli anni Novanta, era iscritto all’Ordine dei giornalisti dal 1951: uno dei decani della professione in regione. Dopo la pensione aveva continuato la sua attività di critico musicale. Grande appassionato dell’operetta, fu fra i fondatori dell’Associazione internazionale dell’operetta, di cui fu presidente e poi presidente onorario. Stesso “cursus” nel sindacato regionale dei giornalisti: per vent’anni presidente, poi presidente onorario. «È stato presidente dell’Assostampa - ricorda Fulvio Gon, che gli succedette al vertice del sindacato regionale - in un periodo meno difficile per la categoria di quello attuale. Fra gli anni Settanta e Ottanta fu rafforzato l’impianto normativo del nostro contratto. Danilo era un collega di grande intelligenza ed equilibrio: dietro la pacatezza era molto determinato, sapeva come affrontare le cose e le persone». «La critica musicale e teatrale - ricorda il musicologo Gianni Gori - è stata per lui l’esercizio di una passione continuamente rigenerata, di cui era intrisa la sua rigorosa professionalità nell'informazione. Nell'acuminata intelligenza, nello stile dei suoi articoli il “mestiere del cronista” spaziava nelle più ampie panoramiche culturali. Lo accompagnava la curiosità e la sensibilità raffinata con le quali frequentava i teatri. In particolare, del teatro musicale leggero, tra operetta e musical, è stato, fin dagli anni Cinquanta il più attento (e forse il primo) osservatore. Non a caso condivideva l'amicizia di un testimone illustre di questo mondo: il critico viennese Marcel Prawy». «Lo ricordiamo con affetto - dice Rossana Poletti, dell’Associazione dell’operetta - per la sua profonda conoscenza nel repertorio lirico, dell'operetta e del musical. Nel ’92 fu lui a far nascere l’associazione. È stato uno dei massimi esperti italiani dell’operetta, per le presentazioni lo chiamavano dalla Scala e da altri importanti teatri italiani. Per me è stato un maestro, di musica e di giornalismo». Il tenore Andrea Binetti: «Perdiamo una figura importante che negli ultimi quindici anni mi ha accompagnato nella mia formazione e crescita professionale, donando a tutti noi il suo grande sapere sul mondo musicale in genere e soprattutto sull’operetta». Il direttore d’orchestra Romolo Gessi: «Mi ha visto nascere, prima come collega di mio padre al Messaggero Veneto, poi nella mia attività musicale. Ho imparato da lui l’amore per la scrittura, per la musica, per la precisione e il rigore. Era un grande perfezionista. Grazie a lui sono arrivati a Trieste grandi personaggi, da ultimo Renè Kollo». Sono vicini alla famiglia gli amici e colleghi dell’Assostampa e dell’Ordine regionale dei giornalisti.

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