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domenica 8 marzo 2015
JOAN BAEZ stasera udine, teatro nuovo
Ieri a Bologna, stasera alle 21 al Nuovo di Udine (tutto esaurito), poi ancora due tappe a Roma e Milano. Joan Baez manca dall’Italia da tre anni. E ogni volta che torna è una festa per chi ama la musica ma i diritti civili.
«Ho un rapporto speciale con l’Italia - ha detto l’artista, nata nel 1941 a Staten Island, New York -. Mi sono innamorata del vostro paese la prima volta che sono venuta, negli anni Sessanta: ero giovanissima ed era impossibile non restare affascinati dal posto, dalla gente».
Che storia, la sua. Ha appena diciotto anni quando viene notata al Newport Folk Festival nel ’59. L’anno dopo pubblica il primo lavoro, intitolato semplicemente “Joan Baez”, ben accolto da pubblico e critica, anche se sono gli album successivi quelli che la rendono popolare nell’America che si prepara alla grande stagione della protesta: “Joan Baez Vol. 2”, uscito nel ’61, e “Joan Baez in concert, part 1”, del ’62.
Quei due album sono altrettante pietre miliari, rimangono nelle classifiche di vendita per due anni. E per due anni, dal ’62 al ’64, la ragazza diventa il volto della musica folk, partecipando a concerti e festival, cantando a importanti eventi politici, come la Marcia su Washington nell’agosto ’63, quando Martin Luther King pronunciò il suo leggendario “I have a dream”. Sono anche gli anni del sodalizio con Bob Dylan. Pian piano il suo repertorio si sposta dalla tradizione verso la politica, verso quella maggiore coscienza sociale che si fa strada fra i ragazzi degli anni Sessanta.
«In tutti questi anni - ha detto - il mio rapporto con la musica non è cambiato: è la mia vita, non solo il mio lavoro, non sarei me stessa senza la musica. Ma sono passata attraverso molte fasi, all’inizio amavo andare in scena sola con la chitarra, poi la musica si è fatta più complessa e ricca. Nel nuovo show con me ci sono un percussionista e la mia assistente che è anche una brava cantante. E un polistrumentista che suona sette strumenti diversi. Sul palco accadono molte cose».
Ancora Joan Baez: «Ho 55 anni di repertorio a disposizione. Faccio i miei classici, ma non mi basta confermare le certezze del pubblico. E poi ci sono le cose che il pubblico vuole sentire. Soprattutto le mie storie: parlo tanto durante i concerti e quando sono in Italia mi piace farlo in italiano, per avere un rapporto più diretto con chi mi ascolta...».
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