«Stavo sonnecchiando, ho sentito un gran botto, pensavo fosse scoppiata una ruota, poi mi sono reso conto che l'ala destra dell'aereo si era spezzata di netto, finendo contro un camion che si trovava incredibilmente sulla pista...».
Lucio Dalla arriva in ritardo ieri mattina in piazza dell’Unità, dov’era atteso per la conferenza stampa in Municipio del suo «Tosca: Amore disperato», e le prime domande riguardano ovviamente l’incidente di Ronchi.
«Stavo ancora pensando che cosa ci facesse un camion praticamente sulla pista - racconta l’artista - quando ci dicono che non c’è tempo da perdere: uscivano fiotti di carburante, la situazione era dunque pericolosa e bisognava abbandonare in gran fretta l’aereo».
Ancora Dalla: «Non c’è stato panico. Il personale è stato molto efficiente e cortese. Sono scattate le procedure di emergenza e ci hanno fatto uscire con gli scivoli. Io, sapendo che in questi casi l’impatto con il terreno è piuttosto violento, ho tentato di mettermi il porta-abiti sotto il sedere, ma una hostess alquanto efficiente me l’ha sottratto. Risultato: mi son preso una bella ’culattata’ sul selciato...».
Il cantautore bolognese dimostra anche in questa occasione di esser uomo di spirito. E sorride del pericolo scampato. «Delle due l’una: o è stata una disattenzione del camionista, oppure del pilota. O forse si è trattato della solita sfiga, che quando arriva va cavalcata a dovere, come abbiamo fatto stamattina all’aeroporto...».
Dalla dice comunque di non aver provato paura - sarà vero? - ma al massimo stupore. E mentre l’ascensore del Municipio lo porta al Salotto azzurro, dove giornalisti e addetti ai lavori lo aspettano da un bel po’, ricorda un precedente: «Qualcosa di simile mi era successa nel ’75, in Argentina. Ero in tournèe, dovevo andare da Buenos Aires a Rosario, il motore dell’aereo a un certo punto ci ha piantati in asso. Siamo quasi precipitati sulla pampa, ma nessuno si è fatto male. Ricordo che restammo quattro ore fermi, ad aspettare che ci venissero a prendere...».
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