domenica 29 agosto 2004

Calato il sipario sulla tre giorni in piazza Unità del «Tim Tour 2004» - che il prossimo weekend sarà a Torino e quello successivo chiude le danze a Milano, in piazza Duomo - anche l’estate musicale triestina volge ormai al termine. Salvo sorprese dell’ultima ora, alla conclusione della stagione mancano ora la rassegna «Stradasuona» (con Z-Star e altri musicisti, dal 2 al 6 settembre in piazza Ponterosso), il concertone di Vasco Rossi l’11 settembre allo Stadio Rocco e la tappa al PalaTrieste del tour delle Vibrazioni, il 20 settembre.

Ma l’ultima grande festa gratuita in piazza è stata quella che si è chiusa l’altra sera a mezzanotte e mezzo con Irene Grandi. Gratuita ovviamente per il pubblico. Secondo gli organizzatori, una tappa di questo supersponsorizzato carrozzone musical-spettacolare costa 700 mila euro (tre serate, compreso il cosiddetto «villaggio» che a Trieste era stato sistemato sulle Rive). Di solito, ai Comuni o alle Aziende di Soggiorno delle città ospitanti viene chiesto un contributo fra i 150 e i 200 mila euro. E questa cifra sarebbe stata chiesta inizialmente anche al Comune di Trieste.

Dopo una lunga trattativa, aiutata pare dall’ottimo ricordo che gli organizzatori serbavano della tappa triestina dell’estate 2002, tale contributo è alla fine sceso a quota 60 mila euro: sarebbe questa, infatti, la cifra che è uscita dalle casse comunali, perlopiù in rimborsi spese per ospitalità e servizi vari. Soldi, dunque, che tutto sommato rimangono in città, assieme a tutti gli altri attirati dal giro d’affari che ruota attorno alle duecento persone che lavorano per il «Tim Tour» e a quella parte del pubblico (alcune migliaia per sera) arrivata per l’occasione da fuori città.

Un’operazione dunque in positivo, sia economicamente sia a livello di immagine, considerato che anche dalle serate triestine vengono tratti special televisivi per Italia 1 e per una catena di televisioni locali (la serata di venerdì è stata invece trasmessa in differita la sera dopo su Radio Deejay).

Da un punto di vista - diciamo così - artistico, non è invece tutto oro quel che luccica. La forza e al tempo stesso il limite di baracconi itineranti come il «Tim Tour» sta nella loro impostazione da show televisivo. Anche artisti come Piero Pelù, i Gemelli Diversi, Haiducii, Kc and the Sunshine Band, Irene Grandi (ma anche tanti altri emergenti che hanno partecipato alla tre giorni), finiscono per essere fagocitati dal gran frullatore dello show dalle cadenze e dai ritmi televisivi, o nella migliore delle ipotesi radiofonici. Fra presentatori spiritosi, comici, imitatori, ballerine, letterine, tutine... Spesso braccia rubate all’agricoltura, come si diceva un tempo, quando l’agricoltura aveva un ruolo importante nell’economia di un Paese dove ormai tutto ruota attorno alla televisione.

Ma non divaghiamo. E concludiamo con un interrogativo. Dopo anni di vacche magrissime, il pubblico triestino quest’estate non se l’è passata affatto male. Fra l’altro, a parte Joan Baez e Vasco Rossi, quasi tutti gli appuntamenti (Orme, Bennato, la «cover band» dei Creedence, Pfm, Carl Palmer...) sono stati a ingresso gratuito, grazie anche ai fondi per le manifestazioni per il Cinquantenario del ritorno di Trieste all’Italia. Ma l’anno prossimo, quando questi soldi non ci saranno, che si fa...?

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