martedì 31 agosto 2004

Erano in cinque, ora sono rimaste in quattro. Dopo il matrimonio d’interesse fra Sony e Bmg - ufficializzato dall’ok prima dell’antitrust europeo e poi di quello statunitense, non essendo state riscontrate conseguenze negative per la concorrenza e per i consumatori - le major dell’industria discografica mondiale sono infatti ora l’Universal, la Wea, la Emi e per l’appunto la Sony-Bmg.

Quello che è nato nelle scorse settimane, nel bel mezzo dell’estate, è il secondo polo mondiale delle sette note, dietro il colosso dell’Universal Music Group. Una nuova realtà - la Sony Bertelsmann Media Group - che possiede qualcosa come il 22% del mercato discografico mondiale, con un giro d’affari di oltre otto miliardi di dollari e una quota di mercato del 25,1%. Insomma, un quarto di tutta la torta discografica mondiale.

C’è già la dichiarazione di intenti: «Mescoleremo il meglio di Bmg e di Sony - hanno infatti detto i dirigenti del colosso - per creare una casa discografica dal volto nuovo. La creazione di Sony Bmg ci permetterà di investire nei nostri centri creativi e di appoggiare i nostri artisti in modi che altrimenti non sarebbero stati possibili».

Ma vediamo i nomi degli artisti interessati da questo matrimonio. Sotto la nuova etichetta il pubblico troverà d’ora in poi i dischi di Elvis Presley (un catalogo, quello del «re del rock’n’roll», che si continua a vendere...), di Bob Dylan e di Bruce Springsteen, di Jennifer Lopez e di Beyoncé, di Alicia Keys e di Avril Lavigne... Ma anche degli italiani Eros Ramazzotti, Pino Daniele, Francesco De Gregori, Franco Battiato, Ivano Fossati, Roberto Vecchioni...

Come sempre accade in questi casi, c’è anche il rovescio della medaglia. Fra le conseguenze nefaste della fusione - secondo il Financial Times - c’è infatti il ventilato licenziamento di duemila dipendenti (un quarto del totale) e una certa «potatura» del catalogo (basti ricordare che quando nel ’98 la Polygram venne assorbita dalla Universal rimasero senza contratto quasi trecento artisti).

Peraltro c’è la possibilità che i giochi non siano finiti. E le quattro sorelle potrebbero presto diventare tre. Il «Times» ha infatti già parlato di una fusione, a questo punto quasi inevitabile, pena la sopravvivenza, anche tra Emi e Wea. Che hanno ovviamente smentito, ma la mossa potrebbe diventare necessaria per rimanere su un mercato che da anni affronta una pesantissima crisi, resa più grave dal fenomeno delle masterizzazioni private e della musica scaricata da Internet.

Da segnalare ancora che la Sony aveva annunciato nei mesi scorsi di voler produrre un proprio lettore Mp3 sulla scia del grande successo dell'iPod della Apple. Potrebbe essere il primo frutto dell’unione, assieme a quel «dual disc» di cui si sente parlare da un po’ di tempo: futuribile aggeggio tecnologico che può essere al tempo stesso cd e dvd.

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