domenica 29 agosto 2004

È finita anche ieri sera dopo mezzanotte, con le canzoni dei Gemelli Diversi, nuovi idoli dei giovanissimi, la grande festa musicale del «Tim Tour 2004» in piazza Unità. Se la prima serata si era svolta come una sorta di show televisivo itinerante, la seconda è filata via con cadenze e ritmo da programma radiofonico. E infatti stasera Radio Deejay - emittente ufficiale della manifestazione - la trasmette in differita.

Senza nulla togliere ai Gemelli Diversi (soprattutto «Mary», «Quella cosa» e «Tu corri» sono stati accolti trionfalmente dai ragazzi triestini), ai Db Boulevard, a Danny Losito, a Roberto Angelini e agli altri protagonisti della seconda serata, presentati dalle «Iene» Giorgio e Gabriele del Trio Medusa (assente giustificato Furio, appena diventato papà...), forse l’artista più attesa dal pubblico giovanile era Haiducii. Sì, la cantante romena (per l’anagrafe Paula Mitrache) che ha firmato il clamoroso successo dell’inverno scorso, il tormentone «Dragostea din tei» («Ma-ia-hii, Ma-ia-huu, Ma-ia-hoo, Ma-ia-haa...», risuonato anche in piazza Unità.

«Quel brano è romeno - spiega Paula, ieri sera sul palco a piedi scalzi - ma il successo è tutto italiano. Io nasco come cantante, anche se sono stata anche presentatrice della tv romena e persino Miss Bucarest. Dieci anni fa mi sono trasferita in Italia, a Bari, per amore. Ho sempre lavorato nel campo dello spettacolo e l’anno scorso ho portato alcune canzoni del mio Paese alla casa discografica Universo, fra cui questo brano che era già stato inciso dagli O*Zone...».

Si sa com’è finita: il brano è piaciuto, il disco è finito in testa alle classifiche italiane ed europee, Gabry Ponte ne ha fatto una versione remix per le discoteche, è diventato sigla di «Striscia la notizia»... «Ed è la prima volta - sottolinea l’artista - che una canzone romena ”passa la dogana”, che sfonda in Occidente. Di questo sono molto orgogliosa, convinta come sono che la musica non ha bisogno di passaporto...».

Il testo della canzone, spiega ancora Paula Mitrache, è una conversazione telefonica fra due innamorati lontani che non riescono a dimenticarsi. E il riferimento ai tigli è dovuto solo al fatto che in Romania quegli alberi sono molto diffusi.

«Ormai mi sento un po’ italiana anch’io - confessa Haiducii, nome d’arte che significa persona coraggiosa, senza paura, che toglie ai ricchi per dare ai poveri - anche se non dimentico il mio Paese, nel bene e nel male. Da piccola ho vissuto i drammi del regime totalitario. Ricordo che mi piaceva dipingere e che quando mancava la luce per sere intere non si poteva nemmeno protestare, non si poteva nemmeno nominare il nome di Ceausescu... Di quegli anni mi manca mia madre, morta proprio il giorno del mio successo».

Ancora la cantante: «Da ragazzina avevo tre miti: il Festival di Sanremo, Toto Cutugno e Eros Ramazzotti. Sanremo rappresenta tuttora un sogno per chi vive nel mio Paese. Da noi c'è una rassegna canora simile, chiamata Festival di Mamaia, a cui ho partecipato due volte, ma negli anni della dittatura non aveva lo stesso valore simbolico: in quel periodo Sanremo per noi era come un raggio di luce, uno spiraglio di libertà. Allora non avrei mai pensato di poter venire da protagonista in Italia. E di salire su quel palco, come è successo nel febbraio scorso...».

A Trieste, Haiducii ha cantato anche il nuovo singolo, dall’impronunciabile titolo «Mne S Toboy Horosho» (già ribattezzato «Na-na-ra-na-na...»), altro brano ballabile adatto alle discoteche. Oggi parte per Berlino, dove la attendono un festival e alcune serate.

E oggi si conclude anche la tappa triestina del «Tim Tour». Sul palco di nuovo Peppe Quintale, stavolta con Melanie Gerren (già vista in tivù con Paola Cortellesi a «Nessun dorma»), che proporrà la musica di Kc and the Sunshine Band (direttamente dagli anni Settanta), Irene Grandi (sostituisce l’annunciato Nek) e i gruppi Il Nucleo e Rio. Noto finora soprattutto per avere fra i componenti il fratello di Ligabue.

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