giovedì 31 luglio 2003

LIFT GALLERY

Che cosa fa un triestino trapiantato da otto anni a Roma? Per
esempio s’inventa la Lift Gallery, ovvero la galleria d’arte più piccola del
mondo, sistemata - e qui scatta il colpo di genio - nello scalcagnatissimo
ascensore di casa sua, in via Pasquale Tola 42, quartiere Appio.
Tutta la storia è cominciata nel gennaio del ’98 e in questi anni ha
bruciato le tappe, passando da un ambito condominiale, a uno rionale e
cittadino, e suscitando poi interesse a livello nazionale a anche
internazionale. E oggi alle 18, nell’ascensore della Casa della Musica (via
Capitelli 3), viene inaugurata la terza sede - dopo Roma e Firenze - della
Lift Gallery, con l’installazione dell’artista belgradese Vuk Cosic.
Ma andiamo per ordine. «L’idea è nata - spiega Rosati, che vent’anni fa era
stato fra i fondatori del Laboratorio P di arti visive nel comprensorio
dell’ex Opp, nella sua Trieste, e che da otto anni vive a Roma - osservando
ogni giorno le pareti scrostate del terribile ascensore del nostro
condominio. Abitando al quinto piano, lo frequentavo abbastanza. Un
ascensore vecchio, che peraltro si rompeva spesso. Starci dentro in due o in
tre creava imbarazzo, aumentava anche la paura di finire protagonisti di uno
di quei fatti di cronaca che ogni tanto leggiamo sui giornali...».
Prosegue Rosati: «E a poco era servito ridipingerlo. Anzi. La vernice grigia
aveva ricoperto ogni magagna ma ne aveva anche, impietosamente, evidenziato
lo spessore. Il tocco finale lo diede una mano sconosciuta sfregiando a
pittura ancora fresca... La misura, insomma, era colma. Posi fine al
martirio elevando l'ascensore al rango di Luogo d'Arte e lo nominai,
applicando una targhetta al suo interno, Lift Gallery...».
La ripitturazione fece insomma scattare la molla. «La prima ”mostra” - dice
ancora Rosati - fu una rivisitazione della pulsantiera con coloratissimi
disegni a pennarello: ogni sera appendevo un disegno diverso, così i più
mattinieri avrebbero già trovato il quadro cambiato. Poi introdussi cinque
oggetti, prelevati dall’ambiente domestico: un crocifisso, un orologio da
muro, un putto, un accendigas, una piantina di plastica. Se non si poteva
cambiare l’ascensore, dicevo a me stesso, come per un sortilegio gli oggetti
venivano ”ascensorizzati”...».
Prima reazione dei frequentatori dell’ascensore: l’indifferenza più
assoluta. Poi un giorno appare un disegno fatto da un bambino. E poi un
foglietto con i versi dall’Inferno di Dante «e uscimmo a riveder le
stelle...». È fatta, deve aver pensato il nostro. E infatti le adesioni si
moltiplicano: altri disegni, altri versi, persino dei collage. Non può
mancare nemmeno il tocco da vero artista, ovvero un post-it giallo con su
scritto un lapidario «stronzo»...
Per un anno si va avanti così, come in un gioco di società, con uno spirito
quasi carbonaro, che porta anche alla pubblicazione - rigorosamente
autoprodotta e autofinanziata dai condomini - di un Catalogo narrato.
L’amministratore dello stabile, che abita al terzo piano, diventa
addirittura un entusiasta sostenitore dell’iniziativa.
Poi il salto di qualità. Il coinvolgimento di altri artisti che accettano la
singolare sfida, i primi articoli sui giornali, i critici che se ne
occupano, i servizi delle televisioni locali, la creazione di
un’associazione culturale che vede riuniti i condomini...
Con tanto di statuto, che prevede fra le finalità dell’associazione
«...promuovere la creazione e la diffusione di iniziative culturali e
artistiche, oltre che negli ambienti già istituiti a tal uso, nei luoghi, in
particolare zone di transito, propri del vivere quotidiano, siano questi
pubblici o privati». E ancora «promuovere l’aggregazione sociale e la
riqualificazione ambientale nei suddetti luoghi».
Per la sede triestina della Lift Gallery, Pino Rosati ha coinvolto Vuk
Cosic, un artista belgradese residente a Lubiana, con cui aveva già
collaborato ai tempi del Laboratorio di arti visive a San Giovanni. La sua
installazione sarà visitabile fino al 7 maggio. Ma la «Gallery» sarà
permanente, e sono già allo studio successivi interventi artistici.
Da non perdere il sito - www.liftgallery.it -, che ripropone la pulsantiera
di un ascensore da cui tutta questa originale storia è cominciata...

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