giovedì 31 luglio 2003

GRANDE FRATELLO 3

La «coattona» Floriana ha vinto, ieri sera su Canale 5, col consueto
contorno di lacrime e abbracci (e urla beduine...), la terza edizione del
«Grande Fratello». Come nei pronostici e nei sondaggi della vigilia, è stata
la texana Victoria a contenderle la vittoria fino all’ultimo. Dietro le due
donne, gli altri due finalisti: nell’ordine il torinese Luca e il fiorentino
Franco.
Non è un caso che nella «casa», alla fine, siano rimaste le due ragazze.
L’esuberante romanaccia e la biondona a stelle e strisce (che all’uscita ha
trovato ad attenderla il suo insopportabile «ciccino» palestrato) possono
forse essere prese a simbolo dello stato pietoso in cui versa oggi il nostro
Paese, terra di furbi e mezze calzette, come ha detto qualcuno. Terra da
dittatura televisiva, stretta fra il mito americano (è negli States che
nasce certa tivù che ha contribuito non poco a cambiare l’Italia) e le
nostre degradate periferie urbane, «plasmate» proprio da anni di telenovele
e soap opera.
Una media di otto milioni di spettatori a settimana (con uno share del 32%
abbondante) dimostra il successo di questa edizione, dopo che la seconda
aveva segnato una certa flessione rispetto al debutto. La punta record il 6
marzo: undici milioni e mezzo di persone a guardare Angela che duetta col
suo gruppo preferito, i Cugini di Campagna, mentre su Raiuno una platea meno
vasta segue la performance dei Negrita a Sanremo. Saltando fra un canale e
l’altro, per molti è dunque meglio il reality show che la corazzata del
Festival. Un dato illuminante.
Marco Bassetti, produttore italiano del «Grande fratello» nonchè marito e
socio di Stefania Craxi, è ovviamente tutto contento della buona riuscita. E
dice che il futuro della tv è proprio nel reality show, perchè «la
televisione dovrà interessarsi sempre più della realtà, ovvero del più
grande spettacolo del mondo».
Ma se la realtà è questa, dobbiamo dire che siamo messi davvero male. Un
gruppo di ragazzotti e ragazzotte nullafacenti, senz’arte né parte, chiusi
per mesi in una casa zeppa di telecamere, spiati golosamente da otto milioni
di persone evidentemente affette dalla sindrome del «buco della serratura».
Nella casa-bunker si allestiscono amorazzi, si disquisisce di funzioni
fisiologiche, ci si lamenta delle puzze conseguenti (Floriana anche in
questo supera tutti: un giorno ha protestato perchè in una stanza c’era
«odore di sperma»...), si fa baruffa per chi deve lavare i piatti. Tutto per
quel famoso quarto d’ora di celebrità che Andy Warhol prometteva a chiunque,
senza probabilmente immaginare a che livelli di volgarità ed esibizionismo
ci avrebbe portati la «civiltà televisiva».
Quando escono dalla «casa», i reclusi sono piccole star, grazie anche
all’effetto moltiplicatore delle comparsate garantite dalle reti Mediaset.
Ma basta aspettare qualche mese, e la maggior parte viene restituita al
quanto mai meritato anonimato. Guardiamo le prime due edizioni. Fra i
«pionieri» la vincitrice Cristina si arrabatta fra telepromozioni e serate
in discoteca, il vincitore morale Taricone ha fatto qualche particina al
cinema (come in «Ricordati di me», di Muccino), Marina «Gatta morta» Larosa
si è infilata in qualche fiction televisiva (compreso «Beautiful»). Fra i
protagonisti dell’anno scorso, desaparecido il vincitore Flavio, solo la
pantera siliconata Mascia (il cui flirt nella «casa» col napoletano
Alessandro pare sia sfociato in fidanzamento vero e proprio...) e
l’umbratile nobile Filippo hanno continuato a frequentare il piccolo
schermo: l’una a «Quelli che il calcio», l’altro a «Le Iene». Degli altri,
non si sa più nulla.
Sarà il destino anche dei nullafacenti di quest’anno? C’è da sperarlo. Ma
chi può dirlo. Le vie della televisione sono infinite. E comunque sono già
aperte le selezioni per l’edizione dell’anno prossimo.

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