Prima il calcio, poi i libri, ora - forse - anche il Festival di Sanremo. Ezio Vendrame, friulano di Casarsa, cinquantasette anni, vive per sua stessa ammissione «murato vivo» nella sua piccola casa di San Giovanni di Casarsa. «Esco alle sei e mezzo del mattino - confessa - per comprare i giornali e bere un caffè al bar: poi, spesso, rimango in casa tutto il giorno...».
Nella sua terra («che amo, ma a cui mi sento estraneo...») Vendrame è tornato tanti anni fa, dopo aver concluso la sua avventura nel mondo del pallone. Quarantanove partite e un gol in serie A, nel Vicenza e nel Napoli, e tanti campionati nelle serie minori. Genio e sregolatezza, dicevano di lui, considerato una sorta di George Best all’italiana.
Poi, complice l’incontro con il poeta e cantautore livornese Piero Ciampi, l’amore per la poesia. Varie raccolte di versi, un paio di libri legati ai suoi trascorsi pallonari. Recentemente, il passaggio a un editore importante, Rizzoli, per cui ha scritto «Una vita fuori gioco», che sta incontrando un certo successo.
Fra un paio di mesi, Vendrame potremmo ritrovarcelo anche sul palco del Teatro Ariston. «L’anno scorso - racconta lo scrittore - sono stato invitato a Sanremo, al Club Tenco, perchè partecipavano alla rassegna con canzoni nate da miei versi, sia il gruppo dei Tete de Bois che il cantautore Nicola Costanti. Con quest’ultimo, premiato per il brano ”Io, non lui”, ci siamo conosciuti meglio ed è nata una collaborazione. Mi ha chiesto di scrivere assieme una canzone da mandare al Festival 2005. All’inizio ero un po’ titubante, poi mi sono lasciato convincere...».
«È nato un brano - prosegue Vendrame - che parla di questo nostro modo frenetico di vivere, del quotidiano di tutti noi, quasi obbligati a vivere a mille all’ora. La vita invece è breve, va gustata lentamente, noi siamo provvisori...».
La canzone comprende anche dei versi, all’inizio e alla fine, recitati da Vendrame. Che dunque affiancherebbe Costanti sul palco dell’Ariston, nel caso la canzone venisse accettata dalla commissione giudicatrice.
Ma c’è di più. Il duo potrebbe diventare un trio, con la partecipazione nientemeno che di Jane Birkin, l’attrice e cantante inglese, già moglie e musa di Serge Gainsbourg, con cui sussurrava alla fine degli anni Sessanta il classico erotico «Je t’aime moi non plus».
«A Sanremo l’anno scorso c’era anche lei - spiega Vendrame -, premiata per il disco ”Arabesque”. Ci siamo conosciuti, frequentati un po’, sono andato anche a Parigi a vedere un suo concerto, magnifico. Ora, visto che fa parte della stessa casa discografica di Costanti, c’è in ballo questo tentativo di farla partecipare al nostro progetto...».
Strano ed enigmatico personaggio, Vendrame. Fa cose, vede gente, ha un indiscusso talento e una spiccata sensibilità. Ma poi, proprio come quando giocava a pallone, sembra quasi farsi sopraffare da una specie di demone dell’autodistruzione...
«Le cose mi accadono senza che io le cerchi - confessa -, non è che io ci sputi sopra, ma non riesco a darvi troppa importanza. Il fatto è che non prendevo sul serio il pallone, e non prendo sul serio la scrittura. Sono i rapporti umani, che mi deludono. E poi mi lasciano solo...».
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