mercoledì 24 marzo 2004

�Alla base del nostr...

«Alla base del nostro incontro c’è il desiderio di fare canzoni, di fare musica assieme. Sposando culture musicali diverse. E tanto ci basta...».
Peppe Servillo, cantante degli Avion Travel, parla così del suo incontro con gli italoargentini Javier Girotto e Natalio Mangalavite. Assieme hanno fatto un disco, intitolato «L’amico di Cordoba», uscito proprio in questi giorni, e un sacco di concerti: uno dei quali, domani alle 21, al Teatro Miela di Trieste.
«Tutto è cominciato - spiega l’artista casertano - alcuni anni fa, quando ogni tanto ero ospite del gruppo del jazzista Roberto Gatto. In quell’occasione ho conosciuto Girotto, argentino di origini pugliesi, gran suonatore di sax, clarinetto e flauti andini. Lui era tornato in Italia nei primi anni Novanta, collaborando con vari musicisti, e poi fondando il gruppo Aires Tango: sette dischi per coniugare le ragioni del tango con quelle del jazz e della musica etnica».
«La storia di Natalio Mangalavite - prosegue Servillo - è diversa ma ha alcuni tratti comuni. Anche lui come Girotto è nato a Cordoba, anche lui di origine italiana come tantissimi in Argentina: i suoi nonni erano siciliani. Lui vive in Europa da quasi vent’anni e da un po’ sta in Italia. Ha suonato con tantissimi nel campo del jazz e del pop, accompagnando per molti anni Ornella Vanoni».
«L’estate scorsa abbiamo cominciato a suonare noi tre: voce, pianoforte e fiati. Ed è così nato questo ”Progetto Gsm”, acronimo delle nostre iniziali, che ha già dato vita a un disco: l’abbiamo registrato a dicembre quasi in diretta, con pochi mezzi, come nella miglior tradizione del tango, e così siamo riusciti anche a metterlo in vendita a un prezzo assai contenuto».
«Il rapporto fra la nostra canzone e il loro tango? Beh, credo che la musica argentina - riflette il cantante - sia in qualche modo debitrice anche nei confronti della musica popolare italiana. Per Javier e Natalio è una sorta di viaggio di ritorno, che permette loro di mettere in luce elementi che si sono difesi dalla contaminazione culturale e musicale».
«E poi - conclude Servillo - mi piace l’assoluta semplicità della nostra proposta, che permette la giusta valorizzazione delle melodie e dei testi. A volta, quando suoniamo, non mi sembra di essere soltanto in tre sul palco. Perchè la nostra semplicità non va mai a scapito della ricchezza degli arrangiamenti, dell’orchestrazione...».
Insomma, radici italiane e argentine che si incontrano, Piazzolla ma anche Jobim, per un repertorio con «doppia cittadinanza»: latinoamericana ed europea.
Un ultimo dubbio. Servillo con questo nuovo trio, Mario Tronco con l’Orchestra di Piazza Vittorio: non è che gli Avion Travel si stanno perdendo per strada...? «No, assolutamente - rassicura Peppe Servillo - stiamo assieme da vent’anni, e ogni tanto c’è bisogno di nuove esperienze. Dipende sempre con che spirito si fanno le altre cose. E poi è appena uscito il disco degli Avion Travel in Francia. Il 6 e 7 aprile andiamo a Parigi a presentarlo...».

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