domenica 7 marzo 2004

NEFFA. Quadretto swi...

NEFFA. Quadretto swing a tinte lievi. Garbato, elegante, lieve. Appena due
minuti ma di qualità. Che migliorano con gli ascolti. 7+


PAOLO MENEGUZZI. Sulla falsariga di Tiziano Ferro, ma meno ispirato.
Potenziale tormentone che piacerà ai giovanissimi. Ma è debole. 5


DB BOULEVARD. Pop-rock esilino, con richiami a certi gruppi inglesi di tendenza. Ma Bill Wyman è come se non ci fosse. 5/6


STEFANO PICCHI. Tema originale ma brano presentuoso e tutto sommato
sgradevole. 4


SIMONE. Ancora indeciso se seguire le orme di Vasco o quelle di Grignani.
Per ora si arrabatta senza troppa personalità. 5


OMAR PEDRINI. Rock malinconico, di buon spessore e di un certo fascino. Testo non banale. 7


LINDA. La miglior donna del Festival. Peccato siano solo due... Voce nera,
da risentire. Buona presenza. Canzone così così. 5/6


PACIFICO. Elegante ballad che si dipana su un intrigante tessuto elettronico. Avesse anche un po’ più di personalità sul palco... 7


PIOTTA. Hip hop de noantri. Ieri supercafone, oggi romantico. Continua a
lasciarci perplessi. 5


DANNY LOSITO. Spigliato, spiritoso, dotato di motivo orecchiabile. Ma non
sfrutta le Las Ketchup... 5/6


MORRIS ALBERT. Zuccheroso lui, zuccherosa Mietta, melenso il brano.
«Feeling» stava su un altro pianeta. Eppure piace ai televotanti... 4


MARCO MASINI. Anche se la canzone non è memorabile, merita un occhio di
riguardo per quello che gli hanno fatto passare con la storia del
portajella. 5/6


DANIELE GROFF. Melodico moderno, leggero, pulitino, quasi ascoltabile. 5/6


BUNGARO. Crepuscolare, sognante, nella tradizione della miglior canzone
melodica. 7


DJ FRANCESCO. Ricorda il Jovanotti delle origini, quasi irritante, ma
piacerà ai bambini. E ci martellerà i timpani per mesi. 4


VERUSKA. Avrà anche il testo di Mogol, ma non lascia traccia. 4


MARIO VENUTI. Elegante, avvolgente, con una melodia di ampio respiro. E un
inciso che rimane ben impresso. Il migliore assieme a Neffa. 7+


ANDREA MINGARDI. Trascinante, grazie anche ai Blues Brothers, non originale
ma divertente. 6/7


MARIO ROSINI. È un raffinato pianista jazz, ma qui sembra un
tradizionalissimo Gigi D’Alessio stanco. 5


ADRIANO PAPPALARDO. Fa un minishow televisivo. All’insegna dell’effetto,
dell’aggressività, dell’irruenza. 5


ANDRE’. Ballata sentimentale deboluccia, incerta, quasi retorica.
Giovanissimo ma assolutamente tradizionale. 5


MASSIMO MODUGNO. Con quel cognome dovrebbe presentarsi solo con brano e
interpretazione all’altezza. Non basta l’arrangiamento spagnoleggiante dei
Gipsy Kings. 5

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