minuti ma di qualità. Che migliorano con gli ascolti. 7+
PAOLO MENEGUZZI. Sulla falsariga di Tiziano Ferro, ma meno ispirato.
Potenziale tormentone che piacerà ai giovanissimi. Ma è debole. 5
DB BOULEVARD. Pop-rock esilino, con richiami a certi gruppi inglesi di tendenza. Ma Bill Wyman è come se non ci fosse. 5/6
STEFANO PICCHI. Tema originale ma brano presentuoso e tutto sommato
sgradevole. 4
SIMONE. Ancora indeciso se seguire le orme di Vasco o quelle di Grignani.
Per ora si arrabatta senza troppa personalità. 5
OMAR PEDRINI. Rock malinconico, di buon spessore e di un certo fascino. Testo non banale. 7
LINDA. La miglior donna del Festival. Peccato siano solo due... Voce nera,
da risentire. Buona presenza. Canzone così così. 5/6
PACIFICO. Elegante ballad che si dipana su un intrigante tessuto elettronico. Avesse anche un po’ più di personalità sul palco... 7
PIOTTA. Hip hop de noantri. Ieri supercafone, oggi romantico. Continua a
lasciarci perplessi. 5
DANNY LOSITO. Spigliato, spiritoso, dotato di motivo orecchiabile. Ma non
sfrutta le Las Ketchup... 5/6
MORRIS ALBERT. Zuccheroso lui, zuccherosa Mietta, melenso il brano.
«Feeling» stava su un altro pianeta. Eppure piace ai televotanti... 4
MARCO MASINI. Anche se la canzone non è memorabile, merita un occhio di
riguardo per quello che gli hanno fatto passare con la storia del
portajella. 5/6
DANIELE GROFF. Melodico moderno, leggero, pulitino, quasi ascoltabile. 5/6
BUNGARO. Crepuscolare, sognante, nella tradizione della miglior canzone
melodica. 7
DJ FRANCESCO. Ricorda il Jovanotti delle origini, quasi irritante, ma
piacerà ai bambini. E ci martellerà i timpani per mesi. 4
VERUSKA. Avrà anche il testo di Mogol, ma non lascia traccia. 4
MARIO VENUTI. Elegante, avvolgente, con una melodia di ampio respiro. E un
inciso che rimane ben impresso. Il migliore assieme a Neffa. 7+
ANDREA MINGARDI. Trascinante, grazie anche ai Blues Brothers, non originale
ma divertente. 6/7
MARIO ROSINI. È un raffinato pianista jazz, ma qui sembra un
tradizionalissimo Gigi D’Alessio stanco. 5
ADRIANO PAPPALARDO. Fa un minishow televisivo. All’insegna dell’effetto,
dell’aggressività, dell’irruenza. 5
ANDRE’. Ballata sentimentale deboluccia, incerta, quasi retorica.
Giovanissimo ma assolutamente tradizionale. 5
MASSIMO MODUGNO. Con quel cognome dovrebbe presentarsi solo con brano e
interpretazione all’altezza. Non basta l’arrangiamento spagnoleggiante dei
Gipsy Kings. 5
Nessun commento:
Posta un commento