giovedì 19 febbraio 2004

La storia siamo noi,...

La storia siamo noi, nessuno si senta escluso... Il verso di De Gregori starebbe bene a mo’ di sigla della «Storia fotografica della società italiana», diretta da Giovanni De Luca e Diego Mormorio, attraverso la quale gli Editori Riuniti hanno inteso ripercorrere per immagini - ma non solo - il periodo tra il 1848 e il 1998, come dire dal Risorgimento ai giorni nostri.
Gli ultimi tre volumi sono dedicati agli anni del nostro passato più recente: «Gli anni ribelli 1968-1980» di Tano D’Amico, «Il mito del benessere 1981-1989» di Manuela Fugenzi, «L’Italia di fine secolo 1990-1998» di Dario Lanzardo.
Fotografie rigorosamente in bianco e nero, persone, volti, espressioni, guardando le quali la storia italiana dell’ultima parte di Novecento ci scorre davanti, come in un film, come in un servizio giornalistico della Rai del tempo che fu. E ci parla di un Paese che è cambiato al punto da essere ormai quasi irriconoscibile. Una storia che prende forma attraverso fatti politici, vicende sociali, mutamenti del costume, quotidianità solo apparentemente minore. La storia siamo noi, appunto...
Il primo volume parte - per parole e per immagini - dal rapporto fra la generazione dei '68 e la politica. «La generazione del '68 - scrive Giovanni De Luna nell’introduzione ”Interpretazioni della rivolta” - legò la propria concezione della politica e la propria identità collettiva a due elementi specifici: la crucialità del conflitto come ambito della propria legittimazione; la definizione del proprio apparato concettuale esclusivamente sul terreno della pratica».
Ecco un’immagine degli storici scontri fra polizia e studenti a Valle Giulia, nel ’68. Nello stesso anno la contestazione alla Biennale d’Arte, con Ungaretti che saluta i contestatori in piazza San Marco (scatti di Gianni Berengo Gardin). E poi le tante manifestazioni studentesche, le prime lotte delle donne a Roma, nel ’70. L’Università di Roma occupata nel ’77. Una manifestazione operaia a Torino nell’80... E poi le femministe, i raduni pop, gli indiani metropolitani, gli autonomi, la pitrentotto... Ma anche braccianti, operai, emigranti, manicomi (anche quello di Gorizia), povera gente.
La politica è presente con i volti di Nenni, Fanfani, Leone, Saragat, Berlinguer, Pertini... E Moro, di cui non può mancare la storica, agghiacciante, pietosa immagine della Renault rossa. Via Caetani. Nove maggio 1978, dopo cinquantaquattro giorni di prigionia seguiti all’agguato di via Fani...
Il secondo volume è dedicato agli anni Ottanta, quelli del «rampantismo», dell’edonismo, dei soldi facili, della corruzione diffusa. Craxi in mille salse, De Mita con le gemelle triestine Gessi in versione ragazze-sandwich della Democrazia Cristiana, Raffaella Carrà in un salotto televisivo con l’eterno Andreotti, Benigni che prende in braccio Berlinguer, De Michelis che sgomita in discoteca... Ma anche Cossiga presidente, un giovane Bossi a un raduno della Lega a Pontida, Calvi, Sindona con tazzina di caffè, Gelli, le stragi di mafia, i processi per terrorismo, Maradona a Napoli, il caso Tortora, la droga...
Con «L’Italia di fine secolo» siamo a ieri. «Nell’ultimo decennio del ventesimo secolo - scrive Dario Lanzardo - la società italiana ha registrato cambiamenti nel campo della politica e dell’economia superiori, per quantià e qualità, a quelli avvenuti nei quarant’anni successivi alle prime elezioni democratiche del ’48...».
Sfilano allora Berlusconi e Prodi, Di Pietro e Mario Chiesa, Scalfaro e Ciampi, D’Alema e di nuovo Bossi. E poi la televisione, il disagio sociale, l’emarginazione, il volontariato, l’euro... Neanche a farlo apposta, una delle ultime immagini del volume - e dunque dell’opera - ritrae Marco Pantani che taglia da vincitore il traguardo del Tour de France nel ’98. Storia d’Italia anche lui, da declinare al passato.

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