martedì 10 febbraio 2004

Nella lista dei vinc...

Nella lista dei vincitori dei Grammy, gli Oscar della musica, potete trovar di tutto. Persino, com’è avvenuto quest'anno, i nomi di Sophia Loren, Bill Clinton e Mikhail Gorbaciov (per un'edizione di «Pierino e il lupo» di Prokofiev, miglior album per bambini con voci narranti). Non pretendete però di trovare la miglior musica del pianeta...
Alla stessa maniera in cui gli Oscar veri, quelli del cinema, raramente premiano i migliori film dell’anno, catalizzando piuttosto nomination e statuette sulle «più importanti operazioni cinematografiche della stagione», anche questi premi - che col passar degli anni si sono ritagliati uno spazio importante nel panorama dello show business innanzitutto americano - il più delle volte regalano onori e visibilità ai prodotti su cui punta la disastrata industria discografica anglosassone.
Esistono le eccezioni. Come quella che l’anno scorso ha incoronato la giovanissima e talentuosa Norah Jones. Ma due eccezioni di fila rischiano di diventare regola, dunque... Dunque quest’anno si vola più basso, con ori e onori soprattutto a Beyoncé e agli OutKast. L’ex Destiny Child ha ventidue anni, è bella e sexy come una top model, ha una voce di tutto rispetto, canta cosine facili facili che facilmente restano in testa: insomma, il prodotto giusto - secondo i cervelloni della major - per portare a casa dollari a palate. Funziona, come funziona lo scatenato duo del cantante Andre 3000 che mischia rap, ironia e ritornelli accattivanti. Ma non c’è paragone col pop di Coldplay ed Evanescence. Premiati forse in rappresentanza dei tanti artisti di razza, vecchi e nuovi, che ai Grammy non arriveranno mai...

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