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venerdì 21 febbraio 2014
SANREMO, prima serata
La prima serata del 64.o Festival di Sanremo si sarebbe potuta concludere tranquillamente alle 21.10. Dopo le poche parole di Fabio Fazio dedicate alla bellezza, le immagini del treno deragliato un mese fa sulla Genova-Ventimiglia, la protesta dei due disoccupati che minacciavano di buttarsi dalla galleria (proprio come nel '95, quando Pippo Baudo salì sul cornicione a indurre l'uomo a più miti consigli). E soprattutto dopo Ligabue, che nel giorno del compleanno di Fabrizio De Andrè e nel trentennale dell'album "Creuza de ma", ha cantato il brano che dava il titolo a quel capolavoro, accompagnato al bouzouki da Mauro Pagani (autore delle musiche del disco e ora direttore artistico del Festival). Tornerà sabato per la finale, uno dei pochi buoni motivi per vederla.
Perchè sapete qual è la novità? E' che forse per la prima volta quest'anno, del Festival di Sanremo, l'eterno rito, lo specchio del Paese e quelle balle là, in fondo in fondo non gliene importa più molto a nessuno. Nell'Italia alle prese con la peggior crisi economica di sempre, mentre in attesa del primo governo Renzi sembra che stiano crollando tutte le certezze, qui tutti o quasi tutti hanno ben altre cose a cui pensare. Stamattina magari i dati Auditel parleranno di grandi ascolti, meno dell'anno scorso ma più dell'edizione dell'anno prima ancora, ma l'impressione è quella di un approccio al Festivalone molto più soft, molto più rilassato che in passato.
Fazio l'anno scorso ha puntato sulla contemporaneità, quest'anno raddoppia mettendo una fiche anche sulla bellezza, sulla "grande bellezza" sdoganata dal film di Sorrentino in corsa per l'Oscar. Ma la prima impressione è quella di un’edizione d’altri tempi - come la scenografia della triestina Emanuela Trixie Zitkowsky quasi suggerisce - interpretata dai protagonisti di oggi, l'Italia del 2014 non abita a Sanremo, ne è mille miglia lontana. E anche trovare sprazzi di bellezza fra le canzoni non è facile.
I cantanti, poveracci, ci provano. Arisa (già favorita al podio con Noemi e Francesco Renga, attesi per stasera) punta sull'eleganza retrò per la definitiva affermazione. Frankie Hi Nrg viene dall'hip hop, colpisce soprattutto per la sua metafora della vita in salsa reggae: "Pedala" potrebbe essere dedicata a Renzi. Antonella Ruggiero sembra arrivare da un altro mondo: intimista, raffinata, quasi ascetica. Raphael Gualazzi & The Bloody Beetroots (alias Sir Bob Cornelius Rifo, che in realtà si chiama Simone Cogo e arriva da Bassano) sono la prima sorpresa musicale: trascinante miscela di soul, gospel ed elettronica. Cristiano De Andrè racconta con toni crudi e poetici la Genova della sua gioventù, papà Faber lo sorveglia dal cielo. Perturbazione spaziano nei due brani fra sesso disiinibito e luoghi comuni da bar. Giusy Ferreri è alla perenne ricerca di rilancio: difficile arrivi stavolta.
Stasera secondo round. Fra i presunti big sfilano, oltre ai citati Noemi e Renga (una delle due canzoni è firmata da Elisa), Giuliano Palma, Renzo Rubino, Riccardo Sinigallia, Francesco Sarcina (quello delle Vibrazioni) e il sempiterno Ron. Ma c'è grande attesa anche per gli ospiti Claudio Baglioni e il canadese Rufus Wainwright, noto per i toni blasfemi di certi suoi brani, ma che qui canta la beatlesiana "Across the universe" e quella "Cigarettes and chocolate milk" che stava nella colonna sonora di "Caos calmo", di Nanni Moretti. Ecco, da Sanremo quest'anno arriva la solita sensazione di caos. Ma più calmo. Forse perchè la festa è finita.
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